Negava l'Olocausto, condannato vescovo cattolico

Negava l'Olocausto, condannato vescovo cattolico
Di Stefania De Michele
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La Corte Europea dei diritti dell'uomo ha respinto il ricorso del negazionista

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Ha negato l'esistenza delle camere a gas e dei forni crematori, è stato condannato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Proprio ai giudici di Strasburgo si era rivolto il negazionista Richard Williamson, ex membro della Società sacerdotale San Pio X (lefebvriani): il vescovo cattolico aveva presentato ricorso contro la sentenza del Tribunale del Distretto di Ratisbona che l'aveva riconosciuto colpevole di incitamento all'odio.

Williamson aveva denunciato una violazione del diritto alla libertà di espressione.

La Corte di Strasburgo ha però rigettato l'istanza, all’unanimità, «per manifesta mancanza di fondamento».

Il tribunale tedesco aveva stabilito che negare il genocidio degli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale denigrava la dignità delle vittime e minacciava anche la pace pubblica in Germania e la Corte dei Diritti dell’uomo «non vede alcuna ragione di non sottoscrivere tale considerazione», sottolineando inoltre che «Williamson non ha preso le distanze dalle sue dichiarazioni e non ha detto che i giudici tedeschi non lo avevano capito».

La Corte Europea  «ne deduce che egli intendeva utilizzare il suo diritto alla libertà d'espressione con fine di promuovere idee contrarie alla lettera e allo spirito della Convenzione» dei diritti dell'uomo".

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