Polonia, la patria del carbone: meglio il lavoro o l'ambiente?

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Le nostre giornaliste Sophie Claudet e Valerie Gauriat discutono sulla situazione energetica e sull'inquinamento in Polonia, il paese europeo maggior estrattore di carbone e uno dei più inquinati al mondo. Ma dopo la COP24 qualcosa si muove in direzione delle energie rinnovabili?

Se sulle 50 città più inquinate d'Europa, ben 33 sono in Polonia, allora c'è qualcosa che non va.
Serve ben a poco, da parte polacca, smentire categoricamente il collegamento esistente tra inquinamento atmosferico ed estrazione del carbone, ma è evidentemente che l'ancor esistente industria mineraria, soprattutto nella regione della Slesia, gioca un ruolo fondamentale (e negativo) nell'alto tasso di inquinamento del paese. Del resto, nonostante la recente conferenza sul clima COP24 di Katowice, in Polonia il carbone è ancora considerato come il vero "oro nero", che dà lavoro a migliaia e migliaia di persone, nonostante le numerose miniere chiuse negli ultimi anni. E allora diventa veramente difficile scegliere tra la necessità del lavoro e le esigenze dell'ambiente e della nostra salute.
Prendendo spunto dal reportage realizzato da Valerie Gauriat per Euronews in Polonia, insieme alla collega Sophie Claudet si discute proprio del presente e del futuro della Polonia: il paese più "carbonizzato" d'Europa, ha un progetto in direzione-energie rinnovabili?

Sophie Claudet:
"Valerie, abbiamo visto all'inizio del tuo reportage che le persone si lamentano dell'inquinamento, ma la maggior parte di loro non sembrano preoccuparsi dello smog, eppure sappiamo che uccide 50.000 persone all'anno. Molte città polacche sono tra le città più inquinate del mondo insieme a Pechino e New Delhi...i polacchi sono scettici sul clima? E il governo? Che succede là?

Valerie Gauriat:
"Beh, c'è ovviamente una certa dose di scetticismo. Le persone che abbiamo incontrato come il leader sindacale, ad esempio, mi hanno detto: 'non c'è unanimità scientifica sul cambiamento climatico e anche l'accademia polacca delle scienze non è d'accordo con il gruppo internazionale sui cambiamenti climatici per quanto riguarda il legame tra carbone e riscaldamento globale'...quindi sì, c'è scetticismo, ma direi che oltre allo scetticismo, c'è una sorta di fatalismo climatico...vivono li da sempre...pero' c'è un movimento di attivisti per il clima che sta iniziando a esprimersi anche in Polonia e il Cop24 è stata un'opportunità per farsi notare, ma si trovano di fronte a una lobby del carbone molto potente e ironicamente le aziende mineriare piu grandi della Polonia sono stati persino sponsor del Cop24".

Sophie Claudet:
"Abbiamo visto che l'attaccamento che i polacchi hanno per il carbone è quasi romantico...c'è questa festa a cui partecipi dove vedi che gli ex minatori sono sinceramente commossi di far parte di questo movimento, di questa storia, di questa corporazione".

Valerie Gauriat:
"Le persone sono orgogliose delle loro tradizioni minerarie, benché i minatori siano stati sempre presi in giro in città come Varsavia, ma in regioni come la Slesia, che dipendono completamente dal carbone, non si riesce a trovare una sola famiglia, che in un modo o nell'altro, non abbia un legame con l'estrazione del carbone...c'è sempre stgato qualcuno che ha mantenuto la famiglia lavorando nel carbone o in una società industriale legata all'estrazione del carbone...ma per tutte le persone della zona è veramente un rapporto personale e intimo con il carbone, che è davvero un pezzo importante della loro identità. D'altra parte, c'è anche questa convinzione che il carbone sia un simbolo dell'indipendenza della Polonia. produce tanto, ma deve importare carbone dalla Russia, per esempio...l'opinione pubblica mondiale ormai è contro il carbone, quindi in un certo modo credono che se rinunceranno completamente al carbone, perderanno anche la loro identità, la loro indipendenza politica".

Sophie Claudet:
"In effetti, ho appena letto un sondaggio in cui si afferma che i minatori in Polonia sono rispettati a livelli paragonabili ai professori universitari e più dei medici e e degli insegnanti. Ora la Polonia dice che vuole diminuire la quota di carbone nella sua produzione di energia. Lavorando alle energie rinnovabili. Hai notato qualcosa di concreto quando eri la?"

Valerie Gauriat:
"Sì, ci sono progetti, ma la concezione delle energie rinnovabili è più rivolta all'energia nucleare che altro. Di recente c'è stato un grande dibattito in quanto il governo ha fatto sapere che vuole distruggere tutte le pale eoliche sul territorio e passare alle pale eoliche in mare aperto. E' ancora una cosa molto discussa e nessuno sa esattamente cosa succederà dopo".

Sophie Claudet:
"La Polonia fa parte dell'UE, la Polonia trae enorme beneficio dall'essere parte dell'UE e tuttavia non è soggetta alle regole quando si tratta di emissioni di carbonio. Riduzione delle emissioni di carbonio, per essere precisi. Si sta esponendo a sanzioni, multe e controversie legali all'interno dell'UE?"

Valerie Gauriat:
"Beh, la Polonia è stata criticata dalla Corte di giustizia europea per quanto riguarda l'inquinamento e la qualità dell'aria, ma quando si parla di emissioni di CO2 la Polonia vi dirà che rispetta le regole: la Polonia è firmataria dell'accordo Cop21 di Parigi, e così ribadisce che seguirà le regole. Ora, se accadrà o no, se gli obiettivi saranno raggiunti entro il 2030, deve ancora essere dimostrato e quando si tratta di obiettivi più ambiziosi, è chiaro che non si puo' andare oltre, ma la Cop24 non ha fatto progressi...c'è un accordo per uno status quo sull'accordo di Parigi di Parigi, e per ora non si andrà oltre...in questo senso la Polonia, almeno per adesso, è abbastanza al sicuro".

Sophie Claudet:
"Grazie Valerie per gli approfondimenti in studio e grazie per il tuo ottimo reportage. Per noi, per oggi, è proprio tutto. Vi aspettiamo presto per un altra puntata di INSIDERS. Fino ad allora potete condividere le vostre opinioni sui social media di Euronews.
Arrivederci".

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