Siria, Mogherini: "Necessario fare pressione su Assad affinchè venga a negoziare"

Siria, Mogherini: "Necessario fare pressione su Assad affinchè venga a negoziare"
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Di Elena Cavallone
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I ministri degli esteri europei, riuniuti in Lussemburgo, hanno condannato l'attacco chimico in Siria e chiedono di rilanciare i negoziati di pace presso le Nazioni Unite

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L'Europa fa scudo intorno a Regno Unito, Francia e Stati Uniti, che nella notte tra venerdì e sabato hanno bombardato tre obiettivi militari in Siria, come risposta all’attacco chimico che il 7 aprile ha sconvolto Douma e di cui denunciano la responsabilità del presidente Assad.

Lunedì in Lussemburgo i ministri degli affari esteri hanno definito scioccante l'attacco chimico perpetrato in Siria e hanno chiesto un'indagine indipendente: Federica Mogherini, capo della diplomazia europea, ha chiesto il rilancio del processo di pace presso le Nazioni Unite. Su questo punto martedi a Strasburgo si confronterà con i membri della Parlamento europeo.

"La soluzione al conflitto siriano, iniziato 7 anni fa, è sempre piu lontana" ha ammesso la Mogherini " ma è necessaria una risposta politica piuttosto che militare. L'unico modo per porre fine alle sofferenze e alla morte di tanti siriani ed evitare che la crisi si estenda a livello regionale o globale, è mettere pressione alle parti coinvolte e cioè sul regime siriano, affinché venga a Ginevra con l'intenzione di negoziare".

In seguito all'attacco aereo condotto dalle tre potenze occidentali, aumentano le preoccupazioni circa un possibile scontro diretto con la Russia, che in Siria sostiene militarmente Assad.

Ma per Marc Pierini, del think tank Carnegie Europe, è ancora troppo presto per parlare di una escalation di tensione tra Mosca e Washington. "La Russia è stata attentamente avvertita - spiega- ha messo al sicuro il suo personale e le attrezzature. C'è quindi da pensare che questi bombardamenti, non costituiscano affatto un'aggressione contro la Russia e nemmeno contro il regime di Assad. Servono a dare il segnale che è tempo di passare al confronto politico e di discutere di un accordo sul conflitto".

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