Un report sulla gestione delle risorse idriche denuncia la scarsità d'acqua dolce che minaccia l'isola e invita le autorità ad agire immediatamente per arginare una situazione critica
Il rapporto dell'Ufficio di revisione di Cipro sulla gestione delle risorse idriche nel Paese riporta risultati preoccupanti.
"La relazione speciale", si legge nel documento, "è una continuazione della relazione del 2016 ed esamina i progressi nell'attuazione delle misure necessarie per la gestione delle risorse idriche di Cipro. Nonostante le misure adottate negli ultimi nove anni, permangono gravi carenze e ritardi che ne minacciano una gestione sostenibile e razionale".
La scarsità d'acqua a Cipro è un fenomeno di lunga data. La mancanza di corpi idrici naturali di superficie, come laghi e fiumi, ha portato in passato a un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee, che ha fatto sì che la maggior parte delle falde acquifere sotterranee di Cipro sia oggi in cattivo stato.
Nel tentativo di garantire un approvvigionamento idrico sufficiente, lo Stato ha costruito dighe per raccogliere l'acqua piovana che sarebbe confluita in mare e ha creato infrastrutture per trasportarla nelle aree con minori precipitazioni, come nel caso del progetto South Pipeline.
Il Paese ha portato avanti la costruzione e il completamento, ad oggi, di un totale di cinque impianti di desalinizzazione e ha in programma di costruirne altri due per garantire una quantità sufficiente di acqua potabile indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, anche se a costi elevati.
Nonostante questi provvedimenti, la scarsità d'acqua rimane un problema importante per Cipro, con conseguenze negative per lo sviluppo, l'ambiente, l'agricoltura e la salute pubblica.
Negli ultimi decenni, la situazione è peggiorata anche a causa dei cambiamenti climatici.
Pertanto, l'attuazione di misure per la gestione razionale delle risorse idriche è imperativa.
Tra scarsa pianificazione e rischi per l'ambiente, la situazione è critica
Tra i principali risultati, il rapporto ha rilevato che il bilancio idrico di Cipro, ovvero la differenza tra la domanda e le risorse idriche disponibili, continua a mostrare forti fluttuazioni, rendendo difficile la pianificazione a medio termine della gestione delle risorse idriche.
L'efficacia del Piano di sviluppo idrico per il periodo 2016-2030, basato sullo stanziamento di 1,5 miliardi di euro, è molto limitata: al momento sono stati completati solo 14 progetti sui 60 previsti e non è chiaro se l'importo stanziato sia sufficiente per completarli tutti.
Situazione simile per l'attuazione delle misure da 19,2 milioni di euro del Piano di gestione del rischio di alluvioni (2016 - 2021), prolungato a causa dei ritardi negli interventi, legati anche alle dighe presenti sull'isola, per le quali sono state riscontrate importanti carenze di sicurezza.
Il rapporto ha avvertito delle pesanti conseguenze ambientali dovute alla desalinizzazione dell'acqua marina che, se da un lato ha contribuito in modo significativo a soddisfare le esigenze di approvvigionamento idrico, dall'altro ha incrementato le emissioni di gas serra e l'inquinamento dell'ambiente marino dovuto allo scarico dei reflui.
Questa soluzione aumenta i costi per i consumatori, motivo per cui gli impianti di desalinizzazione dovrebbero essere utilizzati nel modo più ottimale sulla base del rapporto costi/benefici, secondo il rapporto.
Infine, è stato evidenziato che il 64 per cento dei bacini idrici di Cipro è in cattive condizioni. Le principali minacce alle acque sotterranee includono le acque reflue urbane, i rifiuti animali, l'inquinamento da nitrati e il ristagno idrico.