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Usa, attivisti e vittime al governo: "Le compagnie fossili paghino per i disastri climatici"

I danni provocato dal mega-incendio Park Fire negli Stati Uniti
I danni provocato dal mega-incendio Park Fire negli Stati Uniti Diritti d'autore Nic Coury/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Nic Coury/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Saskia O'Donoghue
Pubblicato il
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Negli Stati Uniti, più di 10mila tra vittime e attivisti hanno chiesto al dipartimento di Giustizia di far pagare le major delle fonti fossili per i disastri climatici

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Un gruppo di cittadini ha chiesto al dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di indagare sui danni causati dalle Big Oil, ovvero dalle grandi major del petrolio. Il Chesapeake Climate Action Network e il gruppo di attivisti Public Citizen hanno consegnato una lettera congiunta nella quale si chiede che siano proprio le compagnie petrolifere, in quanto responsabili di aver alimentato i cambiamenti climatici, di riparare i danni di inondazioni, incendi, uragani e caldo estremo. Tutti eventi che, secondo gli scienziati, sono sempre più frequenti e violenti proprio a causa dell'aumento della temperatura media globale.

L'iniziativa è stata sostenuta da oltre 10mila persone che hanno firmato la lettera, comprese mille che sono scampate ad eventi meteorologici estremi. Al dipartimento di Giustizia si chiede di avviare un'inchiesta, basata anche sul fatto che, secondo i firmatari, le compagnie del settore fossile hanno deliberatamente ingannato l'opinione pubblica in merito al loro ruolo nei cambiamenti climatici.

La lettera arriva in un momento in cui stanno crescendo le richieste di giustizia per i sopravvissuti ai disastri causati dai combustibili fossili. Negli Stati Uniti, sette Stati, 35 comuni e il Distretto di Columbia stanno attualmente elaborando normative ad hoc, e in alcuni casi hanno già avviato azioni legali contro l'industria del petrolio e del gas.

I precedenti di cause contro compagnie fossili

Ma le cose non si muovono solo negli Stati Uniti. A maggio, in Francia, organizzazioni non governative e persone vittime di eventi climatici estremi hanno avviato una causa contro alcuni dirigenti di una grande compagnia petrolifera, il colosso TotalEnergies. Ad essere chiamati in causa sono anche i principali azionisti: la richiesta è di rinviarli a giudizio per omicidio colposo e per altre conseguenze legate alla crisi climatica.

La lettera negli Stati Uniti potrebbe aprire la strada ad azioni legali simili in altri Paesi. Nel documento, gli attivisti affermano che, già negli anni Cinquanta, l'industria sapeva che la combustione dei fonti fossili avrebbe generato un aumento della temperatura media globale potenzialmente catastrofico. Eppure hanno taciuto. Inoltre, si sostiene che, invece di lavorare per prevenire i rischi, le aziende avrebbero lavorato al fine di "sabotare" le soluzioni climatiche, con un'attività di lobbing aggressiva, costata enormi quantità di denaro.

"Le catastrofi climatiche non sono disastri naturali, ma crimini perpetrati dall'industria dei combustibili fossili", afferma Clara Vondrich, Senior Policy Counsel di Public Citizen. "Il tributo umano è stato inimmaginabile, con la distruzione di intere comunità, aziende che le famiglie avevano costruito da zero, per non parlare delle vite umane perse. I sopravvissuti agli eventi climatici estremi e i loro sostenitori chiedono per questo un sussulto da parte del dipartimento di Giustizia".

"Le Big Oil - aggiunge Vondrich - hanno sacrificato la nostra salute e la nostra sicurezza pur di riempire le loro tasche per oltre mezzo secolo. I sopravvissuti ai crimini climatici meritano giustizia non meno delle vittime di omicidi, incendi dolosi, aggressioni, rapine a mano armata e altri reati".

La lettera è firmata sia da vittime che da ecologisti

Nel 2018, la cittadina californiana di Paradise, nella contea di Butte, è stata teatro del peggior incendio boschivo nella storia dello Stato: 84 persone hanno perso la vita e centinaia di famiglie sono state sfollate per anni. Un'indagine ha poi mostrato che il tutto fu dovuto alla negligenza della società Pacific Gas & Electric.

Allen Myers, che viveva a Paradise, ha perso la sua casa nell'incendio. Insieme a Public Citizen e Chesapeake Climate Action Network, insiste affinché un simile incidente non si ripeta mai più. Ma già "un altro mega-incendio sta attraversando la Contea di Butte. Il Park Fire di quest'anno è il quarto rogo più grave nella storia della California", spiega.

Un'immagine dell'incendio Camp Fire, in California, nel 2018
Un'immagine dell'incendio Camp Fire, in California, nel 2018AP Photo/Noah Berger

"Siamo chiari: le impronte digitali dell'industria dei combustibili fossili sono ovunque. L'industria continua a ignorare le conseguenze catastrofiche dei loro business, che causano il riscaldamento globale e aumentano la portata e la frequenza dei disastri. Il dipartimento di Giustizia deve chiamare in causa le compagnie fossili e chiedere loro di rispondere delle proprie azioni", aggiunge Meyers.

Gabrielle Walton, associata alle campagne federali del Chesapeake Climate Action Network, gli fa eco: "Per decenni, le Big Oilhanno esercitato pressioni affinché non si agisse sul clima, pur sapendo che i combustibili fossili avrebbero provocato fenomeni meteorologici estremi, ondate di caldo mortali, inondazioni e incendi. Mentre la crisi climatica sconvolge sempre più e continuamente i modelli meteorologici in tutto il mondo, anche il numero di sopravvissuti al clima crescerà e chiederà giustizia".

"Il governo ha la responsabilità morale di proteggere e difendere i suoi cittadini e la lettera chiede al dipartimento di Giustizia di agire in base a questo obbligo", conclude Walton.

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