Il 20 maggio è entrata in vigore una nuova normativa europea sul trasporto transfrontaliero di rifiuti: prevede regole più severe sulle esportazioni di rifiuti al di fuori dell'Ue e mira a favorire il riciclaggio all'interno degli Stati membri.
Nel porto di Genova la Dogana italiana e l'Ufficio europeo antifrode (Olaf) sottolineano l'importanza della cooperazione internazionale nella lotta al traffico illegale di rifiuti. Il 20 maggio è entrata in vigore una nuova normativa europea sul trasporto transfrontaliero di rifiuti: prevede regole più severe sulle esportazioni di rifiuti al di fuori dell'Unione Europea e mira a favorire il riciclaggio all'interno degli Stati membri. Si stima che un terzo delle spedizioni internazionali di rifiuti sia illegale.
"L'importante non è bloccare un singolo container, ma ampliare l'indagine e trovare l'organizzazione che vi sta dietro - dice Andrea Biggi, responsabile dell'Ufficio antifrode Genova2 -. Ma per farlo, abbiamo bisogno della collaborazione di tutte le forze di polizia: non solo quelle nazionali, ma soprattutto europee. È proprio l'Unione delle forze di polizia europee che ci permetterà di fermare questo tipo di traffico, e in questo senso l'Olaf può dare un enorme contributo".
Per Luigi Garruto, investigatore dell'Olaf, gli obiettivi principali sono due. "Il primo è indagare la rete, ma anche prevenire le esportazioni - dice Garruto -. Per i casi ambientali è un punto chiave. Questo perché, quando il danno è fatto, è molto complicato recuperare tutto. È fondamentale creare una consapevolezza generale, armonizzare il livello dei controlli a livello europeo e coordinare il controllo con i Paesi di destinazione. Se riusciamo a mettere insieme questi tre punti principali, possiamo raggiungere l'obiettivo di affrontare il fenomeno".