La Commissione europea ritira la legge sui pesticidi chimici

Ursula von der Leyen ha fatto questo annuncio rivolgendosi ai membri del Parlamento europeo martedì mattina.
Ursula von der Leyen ha fatto questo annuncio rivolgendosi ai membri del Parlamento europeo martedì mattina. Diritti d'autore European Union, 2024.
Diritti d'autore European Union, 2024.
Di Vincenzo GenoveseGerardo Fortuna
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro di una controversa legge che mirava a dimezzare l'uso di pesticidi chimici nell'Unione: è la prima battuta d'arresto per il Green Deal

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Il cosiddetto regolamento sull'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Sur) era stato presentato a giugno 2022 con l'ambizioso obiettivo di dimezzare i pesticidi entro il 2030. Prevedeva inoltre il divieto totale di impiegare questi prodotti nelle aree sensibili, come gli spazi verdi urbani e i siti classificati "Natura 2000", promuovendo l'adozione di alternative a basso rischio.

"La proposta è diventata un simbolo di polarizzazione"
Ursula von der Leyen
Presidente della Commissione europea

Una legge contestata

La legislazione si è subito rivelata divisiva e problematica fin dall'inizio ed è stata oggetto di una feroce attività di lobbying da parte del settore agricolo. Il Parlamento europeo l'ha respinta in prima lettura con 299 voti a favore della bocciatura, 207 contrari e 121 astensioni, mentre al Consiglio i negoziati fra gli Stati membri sembrano attualmente in fase di stallo.

"La Commissione ha proposto il regolamento Sur, con l'obiettivo di ridurre i rischi dei prodotti fitosanitari chimici. Ma la proposta è diventata un simbolo di polarizzazione. È stata respinta dal Parlamento europeo. Non si registrano più progressi nemmeno in Consiglio. Per questo motivo proporrò di ritirare la proposta", ha detto von der Leyen a Strasburgo, di fronte al Parlamento europeo riunito in sessione plenaria.

Il ritiro della proposta di legge non è immediato e deve ancora essere ratificato dal Collegio dei commissari, processo che dovrebbe concludersi nelle prossime settimane. Von der Leyen ha chiarito che la questione della regolamentazione dei pesticidi rimarrà all'ordine del giorno e potrebbe essere oggetto di una "nuova proposta molto più ragionata".

"Per andare avanti è necessario un maggiore dialogo e un approccio diverso", dice la presidente. Ma molto probabilmente, se ne riparlerà dopo le elezioni europee. 

La pressione del settore agricolo

La decisione arriva proprio nei giorni delle proteste degli agricoltori in tutta Europa, che tra le altre rivendicazioni puntano il dito contro le politiche ambientali dell'Ue. La contestazione ha raggiunto Bruxelles il primo febbraio, non senza momenti di tensione. Von der Leyen, insieme ai capi di governo di Belgio e Paesi Bassi aveva allora incontrato i rappresentanti del settore agricolo subito dopo la conclusione del Consiglio europeo.

Durante il suo discorso in Parlamento, von der Leyen ha parlato a lungo degli agricoltori, affermando che "meritano di essere ascoltati" mentre affrontano le conseguenze del cambiamento climatico, dell'invasione russa dell'Ucraina e dell'aumento del costo della vita. Ma ha anche sottolineato che il settore, responsabile di oltre il 10% delle emissioni di gas climalteranti nell'Unione e largamente sovvenzionato dal bilancio comunitario, deve passare a un "modello di produzione più sostenibile".

"Solo se i nostri agricoltori potranno vivere della terra, investiranno nel futuro. E solo se raggiungeremo insieme i nostri obiettivi climatici e ambientali, potranno continuare a guadagnarsi da vivere. I nostri agricoltori lo sanno bene. Dovremmo avere più fiducia in loro".

Il ritiro della proposta di legge sui pesticidi rappresenta la prima sconfitta politica perentoria della strategia Farm to Fork, la parte relativa alla produzione alimentare del Green Deal europeo, il piano per azzerare le emissioni nette di gas climalteranti nell’Ue entro il 2050.

In altri casi, sotto la pressione di partiti conservatori e lobbisti del settore, alcune proposte sono state indebolite, ma nessuna apertamente ritirata. 

Altri provvedimenti legislativi in cantiere non sono stati presentati, come le nuove norme sul benessere degli animali da allevamento e l'etichettatura nutrizionale degli alimenti, entrambi percepiti come altamente divisivi.

La Commissione ha anche deciso di rinunciare a una legge sul sistema alimentare sostenibile, optando invece per l'avvio di un dialogo strategico sull'agricoltura, nel tentativo di ridurre la crescente polarizzazione nel settore.

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