Politica UE. Salvaguardare il Mediterraneo: la nave Ue per una pesca responsabile

In collaborazione con The European Commission
Salvaguardare il Mediterraneo: la nave Ue per una pesca responsabile
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Di Denis Loctier
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In questo episodio di Ocean saliamo a bordo della nave pattuglia Ocean Sentinel per guardare come gli stati membri e le agenzie dell'Ue collaborano per far rispettare le normative sulla pesca nel Mare Adriatico

Il Mar Mediterraneo è uno dei luoghi più sfruttati al mondo. La pesca intensiva mette a dura prova la resistenza del mare e il suo futuro dipende molto da quanto i pescatori riescono a rispettare le regole e dalla sostenibilità del loro pescato. Una delle caratteristiche del Mediterraneo è la sua forma e il fatto che sia sotto il controllo di diversi stati. Come riuscire, quindi, a salvaguardarlo?

Siamo stati a bordo dell'Ocean Sentinel, una nave gestita dall'Agenzia europea di controllo della pesca(Efca) durante la perlustrazione delle acque internazionali del Mare Adriatico tra Italia e Croazia.

A bordo Andrea Patalano, coordinatore delle operazioni di controllo dell'agenzia. Per il funzionario dell'Efca è molto importante avere una nave dell'Unione europea. 

"Avere un pattugliatore dell'Unione europea permette ai paesi membri di poter imbarcare i propri ispettori per poter condividere esperienze, pratiche, e per avere una comune metodologia nell'attività di ispezione e controllo".

Andrea Patalano, Coordinatore delle operazioni di controllo, Agenzia europea di controllo della pesca (Efca))
Andrea Patalano, Coordinatore delle operazioni di controllo, Agenzia europea di controllo della pesca (Efca))Euronews

Oltre ad Andrea, a bordo c'è un altro ispettore italiano, un pilota di droni e una coppia di ispettori croati. Uno di questi è Domagoj Bojko. Secondo l'ispettore di pesca del ministero dell'Agricoltura della Croazia avere un team misto aiuta le operazioni: "È un giusto mix. Condividiamo esperienze e collaboriamo. Questo è fondamentale perché l'Adriatico è un mare condiviso".

Le fasi delle ispezioni

Le ispezioni funzionano a step. Dopo l'individuazione del peschereccio, il team della Ocean Sentinel chiama via radio l'imbarcazione per avvisarla dell'imminente controllo.

Poi gli ispettori si preparano, indossando giacche e caschi di sicurezza e salgono su un motoscafo alla volta del peschereccio da controllare.

Ci troviamo in acque internazionali, non troppo lontani da una zona di restrizione della pesca. Qui la pesca è consentita, ma solo se si seguono le regole europee e nazionali.

Un motoscafo trasportan la squadra di ispezione sui pescherecci in mare
Un motoscafo trasportan la squadra di ispezione sui pescherecci in mareEuronews

Il primo peschereccio che controlliamo è una piccola imbarcazione. La loro attività è a conduzione familiare. Pescano acciughe e sardine per poi rivenderle in Germania, Italia e Spagna. Per il capitano Dario Lacchini i controlli non sono un grosso problema, anzi, si dice favorevole:  "Teniamo molto al nostro nome e ai nostri prodotti". 

"Siamo ragazzi giovani e pensiamo al futuro. Quindi, se questi controlli vengono fatti regolarmente, ci sarà sicuramente più prodotto per tutti".

La parte difficile del lavoro dell'ispettore è passare da una barca all'altra in mare aperto, soprattutto in caso di maltempo. La barca di Dario ha tutto in regola, dalle licenze ai registri.

"Non siamo qui per fare repressione, - dice Nicola Bavila, ispettore della Guardia costiera italiana -  ma facciamo un lavoro preventivo e la maggior parte dei pescatori nel corso degli anni si è messa sempre a nostra disposizione. La maggior parte aveva provveduto ad avere tutti i documenti in regola".

Nicola Bavila, Ispettore della Pesca, Guardia Costiera Italiana (a destra)
Nicola Bavila, Ispettore della Pesca, Guardia Costiera Italiana (a destra)Euronews

Uno dei compiti di Nicola Bavila e del suo collega croato, Domagoj Bojko è quello di controllare le specifiche tecniche delle reti da pesca. Le reti di Dario Lacchini  hanno passato il test.

"Il comandante del peschereccio si è dimostrato molto collaborativo con l'ispezione comunitaria. Sia le attrezzature che il prodotto ittico erano conformi alla normativa europea", commenta Bavila.

L'importanza della collaborazione europea nel Mediterraneo

Dopo aver controllato tutti i documenti e gli strumenti da pesca il team fa ritorno sull'Ocean Sentinel.

Li attendono 12 giorni impegnativi. Avranno da fare molti controlli. Il tutto fa parte di una più ampia Operazione marittima polivalente nell'Adriatico che punta a rafforzare la collaborazione europea nel controllo della pesca e altre attività della Guardia costiera.

È molto importante imparare da questa esperienza per rafforzare i legami tra gli Stati membri dell'Unione europea, mettere in comune le risorse e condividere il bagaglio di conoscenze, colmando eventuali lacune nel controllo della pesca.

La Guardia Costiera italiana effettua un'ispezione su un peschereccio nel Mar Adriatico
La Guardia Costiera italiana effettua un'ispezione su un peschereccio nel Mar AdriaticoEuronews

L'intera operazione è gestita dalla sede centrale Agenzia europea di controllo della pesca a Vigo in Spagna. È un vero lavoro di squadra. A collaborare ci sono anche i funzionari dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima e quelli di Frontex, l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera.

La condivisione dei dati tra le varie agenzie e autorità nazionali aiuta con le operazioni di controllo. Si riescono a individuare meglio i pescherecci che con maggiore probabilità di infrangeranno le regole.

Susan Steele, direttrice esecutiva dell'Efca ha idee ben precise sulle operazioni: "È impossibile per ognuno di noi ispezionare ogni imbarcazione. Noi tutti funzionari degli Stati membri vogliamo essere sicuri di conoscere i vari problemi delle imbarcazioni. E possiamo farlo collaborando. Vogliamo anche assicurarci di utilizzare metodi di controllo economici ma che siano anche efficienti".

Susan Steele, direttrice esecutiva dell'EFCA
Susan Steele, direttrice esecutiva dell'EFCAEuronews

I controlli incrociati

A bordo dell'Ocean Sentinel ci sono molte attrezzature per far fronte alle perdite di petrolio in mare. Così, in caso di incidenti che possano creare inquinamento delle acque, l'equipaggio è pronto a delle pulizie d'emergenza. 

Intano, mentre l'aereo dell'Agenzia europea di controllo della pesca monitora una vasta area di mare le imbarcazioni di Frontex tengono d'occhio la costa croata.

In ogni ispezione viene anche usato un drone che filma il peschereccio senza, però, disturbare chi lavora.

Andrew Jørgensen, pilota RPAS, Nordic Unmanned
Andrew Jørgensen, pilota RPAS, Nordic UnmannedEuronews

"Normalmente il peschereccio non si accorge della presenza di un drone in volo", dice Andrew Jørgensen, pilota della Nordic Unmanned. 

Il drone è molto silenzioso e può zoommare fino a 30 volte. Quindi se i pescatori fanno qualcosa - tipo gettare rifiuti in mare - dovremmo essere in grado di filmarli".

Nel nostro giro di pattuglia abbiamo messo gli occhi su un altro peschereccio italiano che fa uso del metodo a strascico per pescare pesci piatti e altri prodotti ittici da fondale.

Questo metodo di pesca è spesso criticato dagli ambientalisti. Ci sono rigide norme che, se ignorate, possono avere un impatto gravissimo.

Il team lascia l'Ocean Sentinel e sale a bordo del peschereccio a strascico. Gli ispettori controllano le dimensioni delle maglie e lo spessore della rete che risulta essere non conforme.

La squadra europea ha segnalato questa barca per un'ispezione prioritaria. Le loro preoccupazioni sono giustificate. Non solo il peschereccio non dispone di un registro delle catture, ma il suo sistema di monitoraggio sembra essere stato manomesso. E come se non bastasse, la rete non supera il test: le maglie sono troppo piccole e il filo troppo spesso.

"C'è un intero processo di controllo successivo svolto dalle autorità nazionali che prevede il richiamo in porto del peschereccio e l'attuazione di ulteriori misure da parte delle autorità dello Stato di bandiera. Queste misure potrebbero includere multe, confisca del pescato e sequestro delle attrezzature non conformi", dice Patalano.

Una rete da pesca non soddisfa le normative Ue: le sue maglie sono troppo strette e la corda troppo spessa
Una rete da pesca non soddisfa le normative Ue: le sue maglie sono troppo strette e la corda troppo spessaEuronews

Solo nell'ultimo anno l'Efca ha coordinato quasi 50 mila ispezioni in tutta l'Unione europea, registrando ben oltre 5 mila infrazioni.

Ma il numero di pescatori rispettosi delle regole sembra essere in aumento. Per Andrea Patalano i pescatori sembrano essere sempre più coscienziosi: "C'è una crescente consapevolezza della necessità di rispettare le regole per il bene di tutti: in primis per i pescatori stessi, ma anche per tutte le comunità costiere. C'è ancora del lavoro da fare, ed è proprio per questo che siamo qui".

Il sole tramonta sull'Adriatico e l'Ocean Sentinel continua il suo viaggio in mare. La cooperazione porta a controlli migliori e contribuisce a garantire che domani ci sia ancora pesce in mare.

Video editor • Jean-Christophe Marcaud

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