Riciclare o non riciclare, i dubbi dei consumatori, le risposte degli esperti

Cosa si può e non si può riciclare
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Di Maeve Campbell & Rosie Frost
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L’arte del riciclo è ormai un’abitudine eco-friendly e una componente chiave della vita sostenibile. Molti di noi tuttavia non sanno ancora cosa può o non può essere riciclato e quindi gettato nel cestino dell’indifferenziata e della spazzatura

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L’arte del riciclo è ormai un’abitudine eco-friendly e una componente chiave della vita sostenibile. Molti di noi tuttavia non sanno ancora cosa può o non può essere riciclato e quindi gettato nel cestino dell’indifferenziata e della spazzatura.

Il consulente per la sostenibilità, Nick Torday, afferma che i metodi del riciclo sono difficili da capire: “Questo non è un problema per un dibattito che va preso alla leggera, è un dato di fatto", aveva dichiarato a Euronews Green nel 2022. 

Torday ha spiegato che nel Regno Unito il governo sostiene che il 46% dei rifiuti domestici di plastica viene riciclato, il che è una stima sopravvalutata. "Il numero reale è inferiore al 9% e per alcuni tipi di polimeri è inferiore al 2%".

I metodi del riciclo sono difficili da capire

L'anno scorso le Nazioni Unite hanno approvato un accordo storico per creare il primo trattato globale sull'inquinamento da plastica al mondo. Sulla base di questo accordo "significativo", era necessaria una "revisione sistematica fondamentale della progettazione, produzione e consumo di plastica", aveva sottolineato Torday.

La scorsa settimana, 170 paesi si sono riuniti a Parigi per discutere su come rendere il trattato giuridicamente vincolante. Entro novembre di quest'anno, gli esperti hanno in programma di sviluppare una prima bozza che contribuirà a ridurre l'inquinamento da plastica entro la fine del 2024.

Il riciclo è un sistema che deve essere migliorato. Solo l'8% delle persone nel Regno Unito pensa che le modalità siano chiare, secondo YouGov, ma molti consumatori sono ancora confusi, e cercano su Google come comportarsi.

L'azienda di imballaggi "Lifestyle Packaging" ha esaminato i dati di ricerca di Google per scoprire quali sono i prodotti per la casa che ancora non si sa se e dove vanno gettati o riciclati.

Dove si butta il polistirolo- 112,000 ricerche su Internet

La risposta è “Sì” ma non a casa. È un processo complicato e in molti paesi questo significa che non può essere fatto su scala locale. Una soluzione è cercare di limitare il prodotto raccolto o trovare modi creativi per riutilizzarlo.

Un altro modo è chiedere ai rivenditori online di smettere di usare il polistirolo come imballaggio, visto che in molti lo utilizzo per ogni cosa.

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PolistiroloCanva

Dove si buttano le cialde del caffè? - 73.600 ricerche

Le cialde del caffè sono un altro oggetto quotidiano che teoricamente può essere riciclato, ma non si può buttare nei bidoni di casa. Le loro piccole dimensioni e il loro peso leggero li rendono difficili da trattare e i fondi di caffè possono contaminare il resto della spazzatura nell’indifferenziata.

La soluzione migliore è non usare le cialde di caffè. Ma se non avete altra scelta allora si possono acquistare quelli compostabili ovvero quelle il cui involucro è fatto da materiali che possono per l'appunto essere utilizzati per realizzare il compost che in quanto fertilizzante, contribuirà alla nascita di nuova vita.

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Cialde del caffèCanva

Dove si buttano i pacchetti di patatine? – 31.200 ricerche

Sebbene spesso abbiano il simbolo di riciclo all'esterno della confezione multipla, i singoli pacchetti di patatine non possono essere buttati nella spazzatura di casa.

I pacchetti vuoti possono spesso essere lasciati nei punti di riciclaggio locali che si trovano in diversi supermercati.

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Sacchetti di patatineCanva

Dove si butta il Tetra Pak? - 28.000 ricerche

Questi cartoni, come i contenitori per i succhi, possono essere riciclati ma non si possono gettare nei bidoni di casa. I Tetra Pak sono realizzati fino al 90% di cartone, ma hanno anche una lamina di un alluminio e un tappo di plastica che possono rendere più difficile il processo di riciclo.

Possono essere lasciati nei punti di raccolta dei supermercati o nei centri di riciclo gestiti dal comune.

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TetrapackCanva

Dove si buttano le lampadine? - 19.600 ricerche

Le vecchie lampadine non possono essere riciclate e non devono essere gettate insieme ai normali rifiuti.

Quelle più efficienti dal punto di vista energetico, tuttavia, possono essere riciclate nella maggior parte dei centri di raccolta rifiuti più grandi e in alcuni negozi. Quindi acquistiamo lampadine al LED ogni volta che si può e prendiamo in considerazione questo tipo quando acquistiamo una nuova lampada.

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LampadineCanva

Dove si buttano i filtri BRITA (filtri per caraffe d'acqua)? - 17.800 ricerche

I filtri per le brocche dell'acqua non possono essere buttati nei rifiuti domestici. Devono essere raccolti e portati al punto riciclo più vicino dove verranno rispediti all'azienda.

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Filtri per brocche acquaCanva

Dove si buttano i blister (confezioni di plastica che contengono le medicine)? - 13.600 ricerche

Sono realizzati in PVC per proteggere i farmaci dalla contaminazione. Le proprietà del PVC fanno sì che non si possano riciclare.

Le farmacie li raccolgono spesso per essere trasformati in pellet di plastica e trasformati in prodotti in plastica riciclata. Le scatolette di cartone che contengono le medicine invece possono essere riciclate a casa.

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BlisterCanva

Dove si butta il tubetto del dentifricio? - 6.200 ricerche

I tubetti di dentifricio sono spesso realizzati con un mix di materiali tra cui plastica e metallo. Quindi non possono finire nell’indifferenziata normale.

I tubetti di dentifricio classici sono più facili da riciclare e possono essere inseriti nella raccolta domestica se l'autorità locale raccoglie anche vasi, vaschette e vassoi di plastica.

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Tubetti di dentifricioCanva

Cos'è il "Wishcycling"?

Se non siete sicuri su dove gettare un oggetto, la prima cosa da non fare è quella di buttarlo nel cestino. “Riciclare o non riciclare”. Il problema del giusto trattamento dei rifiuti riguarda tutti e il “wishcycling” è quella tendenza (indotta) a differenziare rifiuti che in realtà non sono recuperabili.

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Wishcycling, le origini

Il termine wishcycling compare per la prima volta nel 2015, negli studi della sociologa Rebecca Altman, in riferimento al comportamento di quei consumatori che, pur molto sensibili, erano poco educati alla raccolta differenziata e sceglievano di gettare nei bidoni del riciclo materiali che, in realtà, riciclabili non erano.

E questo per un meccanismo psicologico abbastanza comune: le persone di buona volontà, paradossalmente, preferiscono pensare (o meglio, sperare ) che quegli oggetti siano in qualche modo riciclabili, piuttosto che immaginare di vederli gettati in discarica o bruciati.

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