L'invenzione del supermercato ha ridefinito la cultura del XX secolo

Il supermercato Piggly Wiggly, Memphis, Tennessee, in una foto del 1918
Il supermercato Piggly Wiggly, Memphis, Tennessee, in una foto del 1918 Diritti d'autore Clarence Saunders
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Di Jonny Walfisz
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il 6 settembre del 1916, negli Stati Uniti, si inaugurava il primo supermercato

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Uno dei momenti più importanti e rivoluzionari nella definizione della cultura del XX secolo è stato nel 1916 negli Stati Uniti con la nascita del supermercato.

Strano ma vero. Perché davvero pochi luoghi hanno avuto un impatto sulle nostre vite, definendo, in modo significativo. l'immagine del nascente mondo moderno. In quel giorno fu fondato il primo supermercato Piggly Wiggly a Memphis, nel Tennessee.

Quale fu la particolarità che rese Piggly Wiggly il primo supermercato? Semplice, i clienti potevano servirsi da soli. Fino a quel momento, chi doveva fare la spesa andava nei classici negozi di alimentari con un elenco degli articoli desiderati e un dipendente li serviva. Per ridurre i costi del personale, il fondatore di Piggly Wiggly, Clarence Saunders, ebbe la geniale idea di permettere ai clienti di scegliere i prodotti da soli. 

Saunders registrò il brevetto per un negozio self-service nel 1917 e la sua idea fece il boom. Concesse Piggly Wiggly in franchising e, al suo apice nel 1932, aveva 2.660 supermercati in tutti gli Stati Uniti. La catena introdusse, anno dopo anno, parecchie novità, e nel 1937 fecero la comparsa i carrelli della spesa.

Le innovazioni apportate da Piggly Wiggly hanno stabilito le basi dello shopping ancora in uso ai nostri giorni.

Il passaggio del XX secolo alla modernità è stato definito da un crescente desiderio di individualità. Insieme all'evoluzione del concetto di femminismo, all'imporsi del movimento per i diritti civili anni '60, quella del supermercato diventò il modo di fare la spesa dell'individuo emancipato. Anche la seconda metà del XX secolo negli Stati Uniti è stata all'insegna dell'opulenza. E gli infiniti scaffali e scomparti di un supermercato ne sono la prova. 

Questa tendenza è stata notata da molti artisti. Ecco alcuni dei nostri esempi preferiti di supermercati presenti nella cultura contemporanea.

"Cucumber"

Ogni episodio della fenomenale serie televisiva **Cucumber**dello scrittore di "It's A Sin" e "Doctor Who", Russell T Davies iniziava con una scena in un supermercato. Come parte della sua serie tv in tre puntate "Cucumber", "Banana" e "Tofu", Davies ha analizzato molti aspetti della vita queer nella Gran Bretagna moderna.

Per la puntata principale "Cucumber", Davies ha usato il supermercato come veicolo per controllare il protagonista Henry. L'idea di Davies riguarda al supermercato è stata quella di creare dei "momenti di calma e di misura in cui si impara a conoscere Henry". Davies capisce che è in questo luogo quotidiano, ma comunque essenziale, che siamo tutti più umani.

Una serie tv davvero super innovativa, anche quando le scene non sono girate all'interno di un supermercato.

Rumore bianco

I supermercati sono molto presenti nell'adattamento di Noah Baumbach del romanzo di Don DeLillo Rumore bianco (2022). 

Che si tratti del professore di studi hitleriani Jack Gladney (Adam Driver) che discute della vita moderna con il professore di studi su Elvis Murray Sisking (Don Cheadle) o della divertente scena finale, un numero di ballo con gli LCD Soundsystem, Baumbach sa che c'è qualcosa nell'ambientazione di un supermercato che definisce il terrore esistenziale degli anni Ottanta.

Avvolta dall'ansia, la nostra cultura consumistica dipende da ciò che si può acquistare, suggerisce DeLillo. Questo film, un sogno postmoderno, è un po' discontinuo, ma alcuni dei suoi momenti migliori sono quelli in cui il cinismo comico e noir diventano protagonisti, proprio come i prodotti che si trovano sugli scaffali del vostro supermercato preferito.

La donna del discount

Il romanzo del 2016 della scrittrice giapponese Sayaka Murata è uno dei più singolari mai scritti. Basato sulle esperienze di lavoro della stessa Murata in un minimarket, il libro segue Keiko Furukura, una donna di 36 anni apparentemente senza alcuna ambizione di fare altro che vivere le sue giornate lavorando in un supermercato locale.

Keiko incontra un uomo, molto simile a lei, e insieme trovano un modo per vivere nel nostro mondo particolare, evitando le pressioni della vita moderna. Uno sguardo affascinante su una persona che rifiuta gli stereotipi e i diktat sociali e lavora proprio all'interno di uno degli elementi che definiscono la modernità.

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