"Le parole vincono": Salman Rushdie parla nella prima intervista televisiva dopo l'attentato

In an exclusive interview with RTP, Rushdie highlighted his unwavering stance in the face of hatred.
In an exclusive interview with RTP, Rushdie highlighted his unwavering stance in the face of hatred. Diritti d'autore Credit: RTP
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Di Theo Farrant Agenzie:  EBU
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"Gli scrittori possono sopravvivere a ciò che si oppone a loro", ha detto Salman Rushdie nella sua prima intervista televisiva dopo l'attentato, che lo ha lasciato cieco da un occhio e gli ha fatto perdere l'uso di una mano

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Salman Rushdie, lo stimato autore britannico di origini indiane, continua imperterrito nelle sue attività letterarie, nonostante abbia subito un terribile attentato lo scorso anno.

Nella sua prima intervista televisiva dopo l'aggressione, Rushdie, che ha perso la vista da un occhio e l'uso di una mano, ha espresso la sua resilienza come scrittore e ha discusso del suo prossimo romanzo, "Victory City".

Scritto appena un mese prima dell'attacco quasi fatale (avvenuto a New York), il romanzo esplora la drammatica ascesa e caduta di un impero medievale nell'India meridionale, esaminando i pericoli del potere e le implacabili ambizioni dell'umanità.

Il potere duraturo delle parole

Credit: Liz Hafalia/AP
Salman Rushdie photographed by Liz Hafalia in 2005.Credit: Liz Hafalia/AP

In un'intervista esclusiva con RTP, Rushdie ha evidenziato la sua posizione incrollabile di fronte all'odio e all'animosità che hanno oscurato il suo viaggio creativo.

La conversazione ha avuto luogo tra Rushdie e la giornalista di RTP Ana Daniela Soares ed ha catturato l'essenza dei suoi sforzi artistici.

Uno dei temi chiave discussi durante l'intervista è stato il potere duraturo delle parole e l'influenza esercitata dagli scrittori. 

Rushdie ha trasmesso in modo eloquente questo sentimento con la frase conclusiva del suo romanzo, "le parole sono le uniche vincitrici".

Riflettendo sulla storia, l'autore ha osservato che mentre figure potenti come re, generali e miliardari dominano le pagine dei libri, sono le storie create su di loro a perdurare veramente nel tempo.

Rushdie ha dichiarato: "Quello che stavo cercando di suggerire è che la storia parla di persone potenti, di re, generali e miliardari: ma quando sono tutti morti e sepolti, ciò che rimane sono le storie raccontate su di loro. 

E questo è ciò che sopravvive: quindi, in realtà, gli scrittori non hanno eserciti e non hanno miliardi - tranne J.K. Rowling - ma hanno quel potere, che è quello di definire l'età".

Rushdie ha esemplificato questo fenomeno, sottolineando come "Guerra e pace" di Tolstoj sia arrivato a rendere viva l'invasione della Russia da parte di Napoleone, mentre gli scritti di Marcel Proust inglobano il periodo delle Belle Arti a Parigi.

"È una cosa meravigliosa che gli scrittori che hanno pochissimo potere nella loro vita abbiano quel potere nell'aldilà".

L'ultimo romanzo di Rushdie, "Victory City", segna il suo ritorno letterario in India: le radici dell'autore affondano nel nord del Paese, anche se lui è cresciuto a Mumbai, una città che funge da porta geografica e culturale tra il nord e il sud.

Mentre i suoi legami familiari sono nel nord, Rushdie ha riconosciuto che la sua esposizione al sud dell'India era stata limitata: tuttavia, durante i suoi anni di formazione, poco più che ventenne, intraprese un viaggio attraverso l'India meridionale, scoprendo le maestose rovine dell'Impero Vijayanagara, in quella che oggi è conosciuta come Hampi.

Colpito dalla bellezza e dal significato storico del sito, Rushdie si è sentito in dovere di esplorare ulteriormente la sua storia, che alla fine ha portato alla creazione di "Victory City".

Il libro, la cui uscita è prevista per novembre di quest'anno, è stato sinora descritto come un "racconto di proporzioni epiche".

Rushdie ha inoltre parlato del potere trasformativo del perdono, un tema che risuona profondamente in lui.

Guarda il video in alto per vedere i momenti salienti della prima intervista televisiva di Rushdie dopo il suo attentato.

Video editor • Theo Farrant

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