Un museo subacqueo tra i più estesi al mondo: l'antica città romana di Baia nel Golfo di Napoli al centro di nuove campagne di scavi
Nel Golfo di Napoli, lungo il litorale tra Bacoli e Pozzuoli, il mare cela e protegge uno dei siti archeologici più spettacolari al mondo.
Conosciuta come la ''Pompei sommersa'', la città romana di Baia - scomparsa sott'acqua nel terzo secolo dopo Cristo - è il più grande museo subacqueo esistente: antichi mosaici sfiorati da creature marine, terme ed edifici, la via Herculanea riposano all'ombra del tridente di Nettuno.
I ritrovamenti, a Baia, non finiscono mai, come spiega Enrico Gallocchio, funzionario archeologo del Parco archeologico dei Campi Flegrei: "È una scoperta continua. 400 metri di resti si estendono dall'attuale linea di costa e molti insediamenti, molte domus, diverse altre terme sono ancora da scoprire o sono conosciute solo in minima parte".
I resti della città romana - che si trovano a una profondità compresa tra i 2 e i 16 metri a causa di fenomeni bradisismici - sono stati scoperti alla fine degli anni 60.
La sabbia e la posidonia hanno conservato a lungo le vestigia del passato, ma il cambiamento climatico ha modificato la situazione.
"Un fattore reale di cambiamento, forse dovuto al cambiamento climatico, è la scomparsa della posidonia. In alcune parti del sito c'erano grandi praterie di posidonia, che avevano occluso intere parti della città sommersa. Le ultime scoperte sono avvenute proprio dove la posidonia è scomparsa".
Le statue che, sott'acqua, vegliano sul sito di Baia sono delle copie perché gli originali sono stati portati al museo archeologico dei Campi Flegrei . Ciò che rimane deve essere protetto con sabbia, e altre strutture a volte più importanti, per limitare i danni delle mareggiate, che sono un altro fattore di degrado.
Come Pompei, la città sottomarina è stata vittima dell'eruzione del vulcano.
Attualmente è una delle principali attrazioni del Parco archeologico dei Campi Flegrei, sotto lo sguardo adesso benevolente del Vesuvio.