Un piatto tradizionale turkmeno cuoce sotto sabbia rovente e braci.
Un piatto tradizionale turkmeno cuoce sotto sabbia rovente e braci. Si chiama “ichlekli”, pasticcio di carne dei pastori. È uno dei piatti che si distinguono da altri dell’Asia centrale per il metodo in cui viene cucinato. Nell’antichità, i turkmeni impararono a sfruttare le condizioni meteorologiche avverse in cui vivevano per preparare il cibo. E così, per cucinare l’ichlekli non c‘è bisogno di pentole, solo di sole e sabbia.
Il cuoco Saparmuhammet Bayramgeldiev spiega: “I turkmeni erano nomadi, non potevano portare piatti con loro. Allora cucinavano questo pasticcio nel deserto. E usavano solo vassoi, coltelli, carne e farina”.
Uno stile di vita nomade e temperature che in estate raggiungevano i 40-50 gradi centigradi non potevano non avere un effetto sulla cucina turkmena. Si trasportavano solo ingredienti in grado di resistere a un lungo viaggio senza deteriorarsi. Verdura e frutta erano quindi ridotte al minimo, mentre c’era abbondanza di pane e cereali. Di conseguenza, conclude un’altra cuoca, Oguljemal Artyklyeva, “I nostri antenati cucinavano soprattutto carne e pane, ma usavano solo impasti non lievitati”.
Naturalmente oggi i turkmeni usano forni e cucine moderne per cucinare i loro piatti tradizionali. Ma una festività può essere l’occasione di rispolverare tecniche antiche.