EA potrebbe diventare privata per 55 miliardi di dollari, con PIF, Silver Lake e Affinity Partners come nuovi proprietari; opportunità e rischi per giochi e dipendenti
Electronic Arts (EA), il celebre produttore di videogiochi autore di titoli come Madden NFL, Battlefield e The Sims, è al centro di un’acquisizione potenzialmente record da 55 miliardi di dollari (47 miliardi di euro), che potrebbe diventare il più grande buyout mai finanziato da private equity.
L’operazione, se approvata, vedrà EA passare nelle mani del fondo sovrano dell’Arabia Saudita PIF, insieme a Silver Lake Partners e Affinity Partners, gestito da Jared Kushner, genero dell’ex presidente statunitense Donald Trump. La transazione, interamente in contanti, è prevista entro il primo trimestre del 2027.
Perché EA è un obiettivo ambito
Gli investitori puntano sul valore del marchio e sulla popolarità dei titoli EA. L’acquisizione arriva in un momento di crescente competizione nel settore, dopo che Activision Blizzard è stata acquistata da Microsoft per quasi 69 miliardi di dollari nel 2023 e con l’ascesa di sviluppatori di giochi per mobile come Epic Games.
Secondo gli esperti, diventando privata EA potrebbe ottenere maggiore libertà nello sviluppo e nella distribuzione dei giochi, riducendo le pressioni degli azionisti. Ciò potrebbe tradursi in titoli più numerosi o innovativi, o in un alleggerimento delle strategie aggressive di microtransazione che hanno attirato critiche dai giocatori. Tuttavia, non è ancora chiaro se i nuovi proprietari apporteranno modifiche ai modelli di monetizzazione esistenti.
Dubbi e criticità
Alcuni analisti ritengono che il timing dell’acquisizione, a pochi giorni dal lancio di Battlefield 6, possa essere prematuro. Inoltre, l’operazione comporta un indebitamento di circa 20 miliardi di dollari, che potrebbe tradursi in tagli di costi o riduzione di budget per gli studi di sviluppo. EA ha già effettuato licenziamenti nel 2024, e alcuni temono ulteriori riduzioni dopo la privatizzazione.
Il fondo saudita Pif e il ruolo strategico
Il fondo saudita PIF ha aumentato i suoi investimenti nel settore dei videogiochi, detenendo già una partecipazione in EA e in Nintendo, e investendo negli esports, settore in crescita tra il pubblico giovane. Tuttavia, questa mossa potrebbe suscitare critiche da organizzazioni per i diritti umani, che accusano l’Arabia Saudita di usare sport e videogiochi per fini di immagine internazionale.
L’accordo deve ancora ricevere il via libera dagli azionisti e dalle autorità di regolamentazione. Nonostante i legami politici e finanziari possano facilitare l’iter, è prevista una certa resistenza globale, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei consumatori e la regolamentazione del settore.
Se confermata, l’acquisizione potrebbe segnare una svolta significativa per EA, influenzando sia il futuro dei suoi giochi sia il panorama globale dell’industria videoludica, tra nuove opportunità e rischi per sviluppatori e dipendenti.