Il ministro delle Finanze Pierrakakis e le Camere di Commercio greche analizzano i rischi e le opportunità del nuovo quadro tariffario siglato da von der Leyen e Trump
Il governo greco ha accolto con cautela l’accordo commerciale raggiunto tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente statunitense Donald Trump domenica in Scozia, che introduce dazi del 15 per cento sulle esportazioni europee verso gli Stati Uniti.
Intervenendo al Parlamento, il ministro delle Finanze greco Kyriakos Pierrakakis ha definito l'intesa "un passo positivo" dopo mesi di incertezza post-elettorale e negoziati difficili, ma ha precisato che Atene sta esaminando attentamente i dettagli per valutarne l’impatto sui settori strategici greci.
“Il governo studia a fondo l'accordo, come illustrato dalla Commissione ai Rappresentanti permanenti a Bruxelles, per capire come affrontare al meglio le questioni che potrebbero emergere per le aree di interesse commerciale del nostro Paese”, ha dichiarato il ministro.
L’accordo, che scongiura una guerra commerciale transatlantica e rafforza la cooperazione energetica con gli Stati Uniti, rappresenta secondo Pierrakakis “uno sviluppo positivo”. Tuttavia, ha ribadito che Atene avrebbe preferito una tariffa doganale pari a zero per tutti i flussi commerciali Ue-Usa .
Focus sulle barriere interne all'Ue
Il ministro ha inoltre colto l’occasione per sollevare un tema che riguarda direttamente l’Unione europea: la persistenza di barriere interne che, di fatto, funzionano come dazi intra-europei.
“Se vogliamo davvero un’economia europea forte e competitiva, dobbiamo abbattere i muri invisibili che ancora ostacolano la libera circolazione di beni e servizi”, ha detto Pierrakakis, citando dati Fmi secondo cui nei servizi le barriere interne equivalgono a dazi del 110 per cento.
Le Camere di Commercio: “Sfide per la produzione greca”
Il nuovo accordo suscita preoccupazione tra le associazioni imprenditoriali. Il presidente della Camera di Commercio e Industria ellenica, Yannis Bratis, ha definito l’intesa “uno sviluppo decisivo” che offre maggiore prevedibilità, ma anche sfide serie: “L’imposizione di tariffe uniformi sui prodotti ad alto valore aggiunto potrebbe compromettere la competitività delle nostre esportazioni industriali, farmaceutiche e agroalimentari. Servirà attenzione per tutelare beni simbolo come olio d’oliva, feta e vini”.
Bratis ha comunque accolto con favore l’esenzione dai dazi per alcuni settori strategici – come aerospazio, farmaci generici e chimica – e ha auspicato che il governo greco si impegni attivamente nelle sedi europee per salvaguardare gli interessi nazionali.
In parallelo, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la cooperazione energetica con Washington, soprattutto sul fronte delle importazioni di Gnl e dello sviluppo di infrastrutture logistiche e cantieristiche, settori chiave per la Grecia.
Porto del Pireo: “Accordo gestibile, ma attenzione all’acciaio”
Anche il presidente della Camera di Commercio e Industria del Pireo, Vassilis Korkidis, si è detto fiducioso che l’accordo daziario possa rappresentare una situazione “gestibile”: “Qualsiasi accordo è preferibile a una guerra commerciale. I dazi del 15 per cento riequilibra i rapporti transatlantici, ma resta in sospeso la questione dell’acciaio e dell’alluminio, ancora soggetti a dazi del 50 per cento”.
Korkidis ha inoltre evidenziato che l’intesa include un impegno dell’Ue ad acquistare energia e forniture militari dagli Stati Uniti per un valore complessivo di 750 miliardi di dollari, con ulteriori investimenti per 600 miliardi.
“È significativo che l’accordo sia stato raggiunto meno di una settimana prima della scadenza del primo agosto, quando sarebbero scattati dazi ben più pesanti. Speriamo che questo compromesso non penalizzi il commercio bilaterale Usa-Ue”, ha concluso.