Newsletter Newsletters Events Eventi Podcasts Video Africanews
Loader
Seguiteci
Pubblicità

Il Covid-19, la Cina e gli orologi svizzeri

Orologio svizzero
Orologio svizzero Diritti d'autore  euronews
Diritti d'autore euronews
Di euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
Condividi questo articolo Commenti
Condividi questo articolo Close Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto: Copy to clipboard Copied

L'impatto della pandemia sui beni di lusso: l'esportazione di orologi svizzeri verso la Cina aumenta dell'80 per cento

PUBBLICITÀ

Per l'ottavo mese consecutivo l'esportazione di orologi svizzeri di lusso segna un calo costante rispetto all'anno scorso. Il dato tuttavia è attenuato dalla crescita delle vendite in Cina, rimbalzate a un +80 per cento, grazie a una economia che si sta mostrando più resiliente di fronte alla pandemia.

Georges Kern Amministratore delegato di una società produttrice di orologi di precisione: "I consumatori cinesi rappresentano circa il 50% del consumo dell'industria del lusso, e ora non viaggiano più per il mondo. E credo che non torneranno a farlo nei prossimi sei o dodici mesi. Per noi la sfida quindi è di conquistare nuovi acquirenti sui mercati locali: i francesi in Francia, i britannici nel Regno Unito, gli statunitensi negli USA e ovviamente i cinesi in Cina. Prima della pandemia, per un orologio venduto in Cina si contavano altri 4 venduti a acquirenti cinesi fuori dalla Cina".

La crisi economica e la pandemia non paiono intaccare il mercato dei prodotti di lusso, caratterizzato da clienti che spesso acquistano beni durante viaggi all'estero. Secondo alcune analisi al 2025 il 46 per cento degli acquirenti di beni di lusso sarà fatto da cinesi: più di statunitensi, europei, asiatici del Sud-Est e giaponesi messi insieme.

Vai alle scorciatoie di accessibilità
Condividi questo articolo Commenti

Notizie correlate

Orologi eccezionalmente virtuali: è ora di Watches and Wonders

Mediobanca, le adesioni all'Opas di Montepaschi superano la soglia minima

La Siria riprende le esportazioni di petrolio: 600mila barili di greggio verso mercati esteri dopo la revoca delle sanzioni