Nestlé ammette: casi di lavoro forzato tra i nostri fornitori thailandesi

Nestlé ammette: casi di lavoro forzato tra i nostri fornitori thailandesi
Di Giacomo Segantini Agenzie:  Thomson Reuters Foundation
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button

Al termine dell’indagine da lei stessa commissionata dopo i casi mediatici e le cause, Nestlé è stata costretta ad ammettere: nella nostra filiera

PUBBLICITÀ

Al termine dell’indagine da lei stessa commissionata dopo i casi mediatici e le cause, Nestlé è stata costretta ad ammettere: nella nostra filiera del pesce in Thailandia si annidano casi di lavoro forzato.

D’altra parte il rapporto di Verité parla chiaro: dalle centinaia di interviste con pescatori, allevatori di gamberi e fornitori del colosso svizzero, la ONG ha ricavato un quadro agghiacciante: misure di sicurezza inesistenti, marinai scomparsi, stipendi da fame e lavoratori stranieri comprati e venduti come schiavi.

Our work with @Nestle & our assessment of their shrimp supply chain in Thailand is featured in the @nytimes: https://t.co/s7k8L7rcdW

— Verite News (@VeriteNews) 24 Novembre 2015

L’ammissione, accompagnata da un piano per migliorare la trasparenza, è stata ben accolta dagli attivisti che si battono contro questi fenomeni. I quali però, chiedono ora a tutti i colossi che si riforniscono in Thailandia di fare pressioni sul governo perché intervenga.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

BCE, verso un taglio dei tassi d'interesse nel 2024?

Di quanti soldi hai bisogno per essere felice? Gli Europei si accontentano di meno

Fiumi, uccelli, cultura: ecco i temi selezionati per le nuove banconote in euro