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Il 2025 tra i tre anni più caldi mai registrati: superata la soglia dell’Accordo di Parigi

Seadrift, Texas
Seadrift, Texas Diritti d'autore  John Locher/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore John Locher/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
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Il 2025 rientra tra i tre anni più caldi mai registrati. Secondo gli scienziati, la temperatura media globale ha superato per la prima volta il limite di 1,5°C fissato dall’Accordo di Parigi

Il 2025 è entrato nella lista dei tre anni più caldi mai registrati a livello globale, confermando l’accelerazione del cambiamento climatico causato dall’attività umana.

Per la prima volta, inoltre, l’aumento della temperatura media globale calcolato su base triennale ha superato la soglia di 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali, il limite stabilito dall’Accordo di Parigi sul clima del 2015. È quanto emerge da un rapporto pubblicato dai ricercatori del World weather attribution (Wwa).

Le temperature sono rimaste eccezionalmente elevate nonostante la presenza del fenomeno La Niña, che solitamente provoca un raffreddamento naturale delle acque dell’Oceano Pacifico e influenza il clima in molte regioni del mondo. Secondo gli scienziati, questo dimostra come il riscaldamento globale di origine antropica stia ormai superando gli effetti della variabilità climatica naturale.

I ricercatori indicano nella continua combustione di combustibili fossili e nelle emissioni di gas serra la causa principale dell’aumento delle temperature globali. L’accumulo di anidride carbonica e di altri gas nell’atmosfera continua a intrappolare calore, contribuendo all’innalzamento delle temperature medie.

Nel corso del 2025, gli scienziati del Wwa hanno analizzato 157 eventi meteorologici estremi, tra cui ondate di calore, alluvioni e tempeste. Questi eventi hanno causato migliaia di vittime e danni economici stimati in miliardi di dollari. Lo studio rileva inoltre che le ondate di calore estremo hanno avuto una probabilità di verificarsi circa dieci volte maggiore rispetto a dieci anni fa.

Sul piano politico, il vertice delle Nazioni Unite sul clima tenutosi in Brasile a novembre si è concluso senza un accordo su un piano vincolante di disinvestimento dai combustibili fossili, evidenziando le difficoltà della comunità internazionale nel ridurre rapidamente le emissioni.

Negli Stati Uniti, nel frattempo, l’amministrazione del presidente Donald Trump ha avviato un cambiamento nella politica energetica, orientando l’industria americana dalle energie rinnovabili verso un maggiore utilizzo dei combustibili fossili, una scelta che secondo molti esperti rischia di rallentare gli sforzi di contrasto al cambiamento climatico.

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