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Qualità della vita: Trento è la provincia in cui si vive meglio, ultima Reggio Calabria

Piazza Duomo a Trento
Piazza Duomo a Trento Diritti d'autore  Jakub Hałun, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
Diritti d'autore Jakub Hałun, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons
Di Euronews
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La consueta indagine del Sole 24 Ore incorona il Trentino, seguito dalle province di Bolzano e Udine. Grandi aree metropolitane in risalita. Ancora male il Mezzogiorno, che occupa tutte le ultime 22 posizioni

Trento è la provincia d’Italia in cui si vive meglio. A incoronarla, la trentaseiesima edizione dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. Completano il podio Bolzano, seconda, e Udine, terza.

L'arco alpino e il Nord in generale dominano la top 10. Risalgono le grandi città metropolitane, con Bologna al quarto posto (+5 posizioni sul 2024) e Milano all’ottavo (+4 posizioni).

Firenze è stabile al 36esimo posto, mentre Roma scala 13 posizioni rispetto allo scorso anno posizionandosi 46esima.

Inseguono le province del Sud. La prima area metropolitana del Mezzogiorno, inteso nella sua accezione più ampia che comprende anche le isole, è Cagliari, al 39esimo posto con un miglioramento di cinque posizioni. Ultima in classifica alla posizione 107, come nel 2024, Reggio Calabria.

Il Nord domina la classifica

Il primato di Trento, già incoronata regina dell’Indice di Sportività 2025 e di Ecosistema Urbano, insieme al secondo posto di Bolzano, riflettono i risultati dell’ultima indagine Istat sugli "Aspetti della vita quotidiana" (pubblicata a maggio 2025) che calcolano nelle due province il più alto livello di soddisfazione per la vita, espresso dal 61,9 per cento dei cittadini.

È la prima volta che i dati sulla percezione soggettiva coincidono con quelli della classifica del Sole 24 Ore, basata su 90 indicatori statistici utilizzati da fonti certificate e divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.

Guardando i dati, il Trentino supera la media italiana in gran parte degli indicatori. Perfino la percezione della sicurezza è elevata: sette persone su 10 camminerebbero da sole al buio.

Il secondo posto di Bolzano, vincitrice per cinque volte, è spinto dalla categoria "affari e lavoro" e dai primati in alcuni importanti indicatori come il quoziente di natalità (8,4 nuovi nati ogni 1000 abitanti contro i 6 della media nazionale).

Udine, vincitrice del 2023, è invece nella top 10 della classifica che misura la qualità di "ambiente e servizi", terza in Italia per densità di impianti fotovoltaici.

Risalgono la classifica le grandi aree metropolitane, con Bologna e Milano, rispettivamente al 4° e all’8° posto, in testa per "demografia, società e salute", la prima e per "ricchezza e consumi" e "affari e lavoro" il capoluogo lombardo.

Come di consueto, non mancano le province più piccole. Bergamo, prima lo scorso anno, è ora al 5° posto, seguita da Treviso, Padova e Parma.

Roma risale la classifica, Sud in coda

Nel complesso, le città metropolitane registrano un miglioramento rispetto alla scorsa edizione: solo due su 14, Bari e Catania, perdono posizioni rispetto all’indagine dell’anno scorso, mentre altre due (Firenze 36esima e Messina 91esima) risultano stabili.

La loro competitività sul piano degli affari e del lavoro, ma anche l’attrattività su quello degli studi e dell’offerta culturale, contribuiscono a mitigare la presenza di disuguaglianze accentuate che rende queste aree più esposte alla polarizzazione interna.

Roma è quella che segna il balzo in avanti più significativo, posizionandosi 46esima. Genova sale di 11 gradini (43esima) mentre Torino sale di una sola posizione (57esima) .

Nel Sud e nelle Isole, dopo la già citata Cagliari, seguono Bari (67esima), Messina (91esima), Catania (96esima), Palermo (97esima), Napoli (104esima) e Reggio Calabria, ultima per il secondo anno consecutivo.

I dati confermano una spaccatura geografica che va avanti da 36 edizioni dell'indagine sulla qualità della vita, nonostante i punti di forza del Sud nella demografia, nel clima, nel costo della vita più accessibile, e i fondi (inclusi quelli del Pnrr) che negli anni hanno contribuito a dare una spinta alle imprese e al Pil dei territori in questione. Le ultime 22 province classificate continuano a essere meridionali.

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