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Consenso informato nelle scuole medie per corsi sulla sessualità: emendamento voluto dalla Lega

Una scuola di Milano, trasformata in un seggio elettorale durante le elezioni europee nel giugno 2024
Una scuola di Milano, trasformata in un seggio elettorale durante le elezioni europee nel giugno 2024 Diritti d'autore  AP Photo/Luca Bruno
Diritti d'autore AP Photo/Luca Bruno
Di Gabriele Barbati
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Un emendamento presentato alla Camera dalla stessa maggioranza modifica il disegno di legge sul consenso informato per progetti e attività sul tema dell'affettività e della sessualità. Resta il divieto per le elementari, servirà consenso dei genitori per gli studenti delle medie come alle superiori

La Lega ha presentato lunedì un emendamento al disegno di legge (ddl) sul consenso informato in cui si elimina il divieto nelle scuole medie di "attività didattiche e progettuali" relativi alla "sessualità", limitandolo solo alla scuola dell'infanzia e elementare.

L'emendamento è stato inserito dallo stesso partito di maggioranza che ha presentato il ddl. "Giusto che a scuola si parli con adolescenti e ragazzi di malattie sessualmente trasmissibili, di gravidanze indesiderate e di educazione all'affettività", ha spiegato il deputato leghista Rossano Sasso, uno dei relatori del provvedimento.

"Quello che vietiamo sono le distorsioni ideologiche care alla sinistra: grazie a questa legge fortemente voluta dalla Lega, non potranno più entrare a scuola attivisti ideologizzati trans e Lgbt, drag queen, porno attori privi di competenze pedagogiche, per parlare a bambini e ragazzi di fluidità di genere", ha continuato Sasso.

Con l'emendamento in effetti si estende alla scuola media (scuola secondaria di primo grado) la necessità di consenso informato da parte delle famiglie, già introdotto alle superiori per fare accedere gli studenti minorenni a percorsi educativi sulla sessualità.

Il tema è al centro da tempo di un dibattito tra il governo di destra, sostenuto dall'associazionismo di matrice cattolica che vede la famiglia come la prima depositaria dell'educazione, e la sinistra che rivendica per la scuola il ruolo di formazione dei ragazzi.

Durante la discussione alla Camera non sono mancate le proteste da parte delle opposizioni, che hanno contestato la filosofia del provvedimento e i possibili effetti sull’autonomia scolastica.

Secondo diversi deputati di minoranza, il disegno di legge rischia di limitare la libertà didattica degli insegnanti e di rendere più complessa l’introduzione di percorsi di educazione affettiva e alla parità di genere.

"È stato tolto il divieto all'educazione sessuale alle scuole medie ma subordinarne l'insegnamento al consenso dei genitori resta una scelta incomprensibile. In quasi tutti gli Stati europei l'educazione sessuale è obbligatoria, mentre in Italia il governo Meloni vuole la scuola dei tabù", ha commentato l'europarlamentare del Partito Democratico, Alessandro Zan, al centro di un simile dibattito in passato per il ddl presentato per contrastare la violenza e la discriminazione basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità.

La discussione sul disegno di legge proseguirà nei prossimi giorni con l'esame degli emendamenti e il voto finale dell'Aula.

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