L'esercito israeliano ha colpito diverse città nel sud del Libano, prendendo di mira le infrastrutture militari di Hezbollah. Il governo libanese intende disarmare il gruppo
L’esercito israeliano ha condotto giovedì nuovi attacchi nel sud del Libano, poche ore dopo che Hezbollah aveva invitato le autorità libanesi a non avviare trattative con Israele sul possibile disarmo del movimento armato.
Secondo Avichay Adraee, portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), i residenti delle aree prese di mira — città costiere e località prossime alla linea di confine — sarebbero stati avvertiti in anticipo di allontanarsi da edifici identificati come strutture operative di Hezbollah. Adraee ha affermato che tali edifici venivano utilizzati per attività militari.
L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito "infrastrutture e depositi di armi del gruppo" costruiti "nel cuore di aree residenziali", accusando Hezbollah di aver ricostruito capacità logistiche e militari nonostante il cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti entrato in vigore quasi un anno fa dopo settimane di intensi combattimenti.
Il ministero della Sanità libanese ha riportato almeno un ferito e ha confermato che gran parte degli abitanti aveva già lasciato le zone bombardate a causa delle tensioni prolungate sul confine.
"Non permetteremo a Hezbollah di riorganizzarsi né di ripristinare la sua capacità di minacciare Israele", ha dichiarato la portavoce del governo israeliano Shosh Bedrosian in un briefing.
Tensione politica a Beirut sul piano di disarmo
Nel frattempo, a Beirut, il primo ministro libanese Nawaf Salam ha riunito il governo per esaminare un piano redatto dallo Stato maggiore dell’esercito libanese che mira al disarmo di Hezbollah e di altri gruppi armati non statali presenti nel Paese.
Al termine della riunione, il ministro dell’Informazione Paul Morcos ha affermato che il governo "ha riconosciuto i progressi compiuti dall’esercito, nonostante le difficoltà e le continue violazioni israeliane".
Il presidente libanese Joseph Aoun ha definito "provocatori" i raid israeliani: "Ogni volta che il Libano mostra apertura al dialogo, Israele intensifica le sue operazioni militari", ha detto.
Aoun ha aggiunto che, a quasi un anno dal cessate il fuoco, «Israele non ha dato segnali di voler perseguire una soluzione negoziata». «Il messaggio è stato ricevuto», ha concluso.
Israele sostiene che i suoi attacchi quotidiani mirano a comandanti del movimento e a infrastrutture del gruppo armato. Il governo libanese, che ufficialmente sostiene il disarmo di Hezbollah, accusa invece Israele di colpire aree civili e infrastrutture non militari.
Hezbollah continua a respingere qualsiasi ipotesi di consegna delle armi. Il segretario generale Naim Qassem ha ribadito che il gruppo «continuerà a combattere indipendentemente dalle sue perdite o dall’indebolimento delle sue capacità».
Secondo analisti militari, la campagna aerea israeliana iniziata nel settembre 2024 ha significativamente ridotto la capacità operativa di Hezbollah nel sud del Paese, pur senza intaccarne la leadership politica.
Entrambe le parti accusano l’altra di aver violato il cessate il fuoco, che aveva posto fine alla guerra tra Israele e Hezbollah nel novembre scorso. Il conflitto era riesploso quando Hezbollah aveva lanciato razzi nel nord di Israele in sostegno di Hamas, provocando bombardamenti israeliani.
Secondo il ministero della Sanità libanese, dall’entrata in vigore del cessate il fuoco oltre 270 persone sono state uccise e circa 850 ferite dalle operazioni israeliane.