La pubblica accusa dei Paesi Bassi ritiene che Tewelde Goitom gestisse una rete per consentire a migranti dell'Africa orientale di entrare in Europa, con viaggi in condizioni terribili e chiedendo enormi somme di denaro ai loro familiari
È stato aperto lunedì 3 novembre, presso un tribunale dei Paesi Bassi, il processo a carico di un cittadino eritreo accusato di aver gestito una brutale rete di traffico di migranti. La pubblica accusa ritiene che l'uomo, Tewelde Goitom, noto anche come Amanuel Walid, gestisse un sistema che consentiva a migranti dell'Africa orientale di raggiungere l'Europa, viaggiando in condizioni orribili, e chiedendo enormi somme di denaro ai loro familiari per liberarli dai campi di prigionia in Libia.
Secondo la pubblica accusa, si tratterebbe di uno dei più gravi casi di traffico di migranti
Nel 2022 è stato estradato nei Paesi Bassi dall'Etiopia, dove è stato già condannato per reati simili, ma in questo caso sostiene di essere vittima di uno scambio di persona. Alle autorità olandesi si è rivolto attraverso un interprete, proclamandosi innocente.
Il processo rappresenta uno dei più gravi casi di traffico di esseri umani mai portati dinanzi ai giudici nei Paesi Bassi, secondo quanto indicato dai pubblici ministeri. Le udienze proseguiranno per le prossime tre settimane. A lungo l'avvio dei lavori in aula è stato ritardato per via delle lunghe procedure di estradizione di un altro uomo, Kidane Zekarias Habtemariam, fuggito durante il processo in Etiopia nel 2020.
Descritto come uno dei trafficanti di esseri umani "più ricercati al mondo", Habtemariam è attualmente detenuto negli Emirati Arabi Uniti ma sarà estradato allo stesso modo nei Paesi Bassi. I pubblici ministeri puntano infatti a legare i due casi, mentre la difesa spera che Habtemariam possa fornire invece prove dell'innocenza di Goitom.
Contestata la regolarità del processo per ragioni di giurisdizione
I procuratori olandesi sostengono che non ci siano problemi di giurisdizione per effettuare i processi, poiché alcuni dei suoi presunti crimini sono avvenuti nei Paesi Bassi. I familiari dei migranti che cercavano di intraprendere il pericoloso viaggio dall'Africa orientale attraverso la Libia e il Mediterraneo verso l'Europa avrebbero subito estorsioni.
Gli avvocati della difesa contestano invece proprio la regolarità del processo: "Non c'è un chiaro collegamento con i Paesi Bassi", ha dichiarato il legale Simcha Plas, affermando che i pagamenti sono stati effettuati in Eritrea o attraverso gli Emirati Arabi Uniti e che il Paese non avrebbe dunque diritto di giudicare.
In Eritrea sospetti di torture e violenze sui soldati di leva
Secondo l'organizzazione di sostegno ai rifugiati VluchtelingenWerk, negli ultimi anni i Paesi Bassi hanno registrato un aumento di giovani migranti provenienti dall'Eritrea, in fuga da un governo repressivo. Nel Paese africano vige il servizio nazionale obbligatorio e, secondo una recente indagine delle Nazioni Unite, i soldati di leva subiscono torture, violenze sessuali e lavori forzati.
L'ufficio statistico olandese stima che nei Paesi Bassi vi siano circa 28mila persone di origine eritrea. Da quando ha ottenuto l'indipendenza dall'Etiopia, tre decenni fa, la piccola nazione del Corno d'Africa è stata guidata dal presidente Isaias Afwerki, che non ha mai tenuto elezioni.