Continuano le consegne di spoglie tra Israele e Hamas. Medici di Gaza indicano che sui corpi dei palestinesi liberati sono presenti "segni di maltrattamenti e torture"
Le autorità di Israele hanno dichiarato mercoledì di aver ricevuto i corpi di altri due ostaggi. La notizia arriva a poche ore di distanza da un'altra affermazione dell'esercito (Idf), che aveva indicato come uno dei cadaveri precedentemente consegnati non appartenesse a un ostaggio: fatto che ha aggiunto tensione, nel contesto di un accordo di pace già fragile.
Le bare sono state trasferite da Hamas alla Croce Rossa nella tarda serata di mercoledì e, una volta rientrate in Israele, sono state inviate a un laboratorio di medicina legale a Tel Aviv, secondo quanto riferito dall'esercito, che ha avvertito che le identità degli ostaggi dovevano ancora essere verificate.
L'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato la ricezione dei corpi: "L'Idf esorta il pubblico ad agire con sensibilità e ad aspettare l'identificazione ufficiale, che sarà prima comunicata alle famiglie degli ostaggi deceduti", è stato precisato in un comunicato.
Come parte dell'accordo, quattro corpi sono stati consegnati da Hamas martedì, dopo i primi che erano stati restituiti lunedì, e dopo la liberazione degli ultimi venti ancora in vita. In totale, Israele attendeva il ritorno dei corpi di 28 persone. Tuttavia, è emersa una controversia riguardo uno dei cadaveri, che appunto l'Idf ha indicato non essere stato identificato con nessuno degli ostaggi rapiti nel 2023. Non è stato specificato a chi appartenga il corpo in questione.
Hamas ha tuttavia precisato che per occorrono "lavori significativi e attrezzature specializzate per cercare e recuperare gli ultimi corpi. Stiamo facendo un grande sforzo per chiudere questo dossier", hanno riportato i media citando la dichiarazione del gruppo armato.
Da parte sua, Israele ha restituito altri 45 corpi di palestinesi: un altro passo nell'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco, portando a 90 il totale di spoglie restituite a Gaza per la sepoltura. In numerosi casi, secondo quanto indicato dal personale medico nella Striscia, i corpi in questione hanno mostrato segni di maltrattamenti e probabili torture subite nelle carceri israliane.
Lunedì, Israele ha liberato circa duemila prigionieri e detenuti palestinesi in cambio del rilascio degli ostaggi.
I corpi restituiti a Gaza "mostrano segni di maltrattamenti e torture", indicano i medici
Si prevede che Israele consegnerà altri corpi, anche se i funzionari di Tel Aviv non ne hanno precisato il numero. Né è chiaro se i resti appartengano a palestinesi morti in custodia israeliana o se si tratti di persone catturate a Gaza dalle truppe israeliane. Durante la guerra, l'esercito della nazione ebraica ha esumato corpi come parte della sua ricerca dei resti degli ostaggi.
Mentre i team forensi esaminavano i primi resti restituiti, il ministero della Salute di Gaza ha diffuso mercoledì immagini di 32 corpi non identificati per aiutare le famiglie a riconoscere i parenti scomparsi.
Secondo funzionari locali, molti sembravano decomposti o bruciati, e alcuni avevano arti o denti mancanti; altri ancora erano coperti di sabbia e polvere. I medici hanno detto che le restrizioni israeliane sull'ingresso di attrezzature necessarie per effettuare test del Dna a Gaza hanno costretto gli obitori a basarsi su caratteristiche fisiche e abbigliamento per l'identificazione.
A Gaza mancano attrezzature per i test del Dna
Sameh Hamad, membro di una commissione incaricata di ricevere i corpi presso l'ospedale Nasser di Khan Younis, ha dichiarato che alcuni sono arrivati ancora incatenati.
"Ci sono segni di tortura ed esecuzioni sommarie", ha precisato all'Associated Press. I corpi, ha detto, appartenevano a uomini di età compresa tra 25 e 70 anni. Molti presentavano fasce attorno collo; uno di loro una corda. La maggior parte dei corpi indossava abiti civili, ma alcuni erano in uniforme, il che indica che si trattava probabilmente di miliziani.
Hamas ha detto che la Croce Rossa ha fornito nomi solo per tre dei cadaveri, lasciando molte famiglie incerte sul destino dei loro cari.
La guerra scatenata da Israele dopo l'attacco di Hamas e l'uccisione di 1.200 persone in tutta Israele il 7 ottobre 2025 ha provocato la morte di quasi 68mila palestinesi, secondo il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas.