La Marina Militare italiana ha fatto sapere che la fregata Alpino, che sta seguendo la Global Sumud Flotilla, si fermerà a 150 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza. E ha fatto sapere che chiunque tra gli attivisti voglia lasciare la missione sarà accolto a bordo
La Global Sumud Flotilla, gruppo di 45 imbarcazioni di diversa provenienza che sta attraversando il Mediterraneo per tentare di rompere il blocco navale imposto da Israele davanti alle coste della Striscia di Gaza, si trova ormai ai circa 180 miglia nautiche dall'obiettivo. In questo momento, la flotta è al largo dell'Egitto e a superato di poco la città portuale di Alessandria.
La fregata italiana Alpino: "Pronti ad accogliere gli attivisti che lasceranno la missione"
Nonostante la determinatezza degli attivisti imbarcati sulle navi, la fregata della Marina Militare italiana Alpino ha diramato un altro appello, manifestando la disponibilità a raccogliere chiunque voglia lasciare la missione: "Siamo disponibili ad accogliervi a bordo”, spiega l'avviso.
Le forze armate italiane hanno anche sottolineato come si tratti di fatto dell'ultima occasione utile per i partecipanti alla Flotilla, poiché domani, mercoledì 1 ottobre, al raggiungimento delle 150 miglia nautiche dalla costa di Gaza, la nave italiana si fermerà, pur rimanendo pronta ad effettuare eventuali interventi di assistenza e soccorso.
Da parte loro, gli attivisti hanno finora confermato la volontà di raggiungere la popolazione palestinese. D'altra parte, il supporto da parte dell'opinione pubblica internazionale alla missione appare forte: per quanto riguarda l'Italia, un sondaggio presentato nel corso della trasmissione l'Aria che Tira su La 7 ha mostrato come il 72 per cento degli italiani sia favorevole, benché il 60 per cento affermi che gli attivisti debbano accettare dei compromessi, avendo già ottenuto ampia visibilità.
Il precedente della nave Mavi Marmara: nel 2010 dieci persone furono uccise dalle forze israeliane
Il governo di Israele ha già affermato nei giorni scorsi che in caso di tentativo di ingresso nelle acque territoriali di Gaza, chi si trova sulle imbarcazioni rischia di essere arrestato e condotto nelle carceri della nazione ebraica. In passato, nel 2010, un'altra imbarcazione tentò un'operazione simile: si trattava della Mavi Marmara, nell'ambito di una missione preparata da un'organizzazione turca. All'epoca, l'imbarcazione fu assaltata dalle forze speciali di Israele, che aprirono il fuoco contro gli attivisti, uccidendo dieci persone.
Non si sa quale sarà, concretamente, la risposta dei militari israeliani in questa occasione. Il governo di Tel Aviv ha però affermato che sarebbero state raccolte delle "prove" che dimostrerebbero i legami degli attivisti della Global Sumud Flotilla con i miliziani di Hamas. Il che lascia ha suscitato viva preoccupazione per ciò che potrebbe accadere nelle prossime ore.