Il partito al potere ha vinto la maggior parte dei comuni nelle elezioni municipali venezuelane, caratterizzate da un'affluenza del 44 per cento e da accuse di irregolarità, coercizione e mancanza di garanzie democratiche
Nel Venezuela segnato da tensioni politiche, repressione e crisi democratica, il Partito socialista unito (Psuv) ha ottenuto una larga vittoria nelle elezioni municipali di domenica 27 luglio. Secondo il Consiglio nazionale elettorale (Cne), il chavismo ha già conquistato 23 dei 29 municipi con risultati confermati e mostra una “tendenza irreversibile” in 304 dei 335 totali.
Tra i successi più rilevanti figura Maracaibo, capitale dello Stato di Zulia e tradizionale roccaforte dell’opposizione, dove è stato eletto Gian Carlo Di Martino, spodestando la minoranza in una delle sue ultime piazze forti. Il Psuv ha anche mantenuto il municipio Libertador di Caracas, confermando la sindaca Carmen Meléndez.
Opposizione ridotta e sfiducia diffusa
In un contesto di forte sfiducia popolare e senza osservatori internazionali indipendenti, il voto ha registrato un’affluenza del 44 per cento, con circa 6,27 milioni di votanti su oltre 14 milioni aventi diritto.
Nonostante la marea chavista, l’opposizione è riuscita a conservare alcune enclave storiche nell’est di Caracas: Gustavo Duque a Chacao, Darwin González a Baruta, e Fernando Malena a El Hatillo. Tuttavia, il chavismo ha riguadagnato il comune di Sucre, che include Petare, la più grande baraccopoli del Paese.
Un voto sotto assedio
Le elezioni arrivano esattamente un anno dopo le controverse presidenziali del 2024, in cui Nicolás Maduro fu dichiarato vincitore tra pesanti accuse di brogli. Quella tornata elettorale aveva scatenato proteste di massa e una dura repressione, con oltre 1.900 persone arrestate per motivi politici secondo l’ong Provea.
Da allora, il governo ha ulteriormente rafforzato il controllo istituzionale, perseguitando leader dell’opposizione, molti dei quali sono oggi in carcere, in esilio o in clandestinità.
Gli analisti parlano di una competizione senza reale pluralismo né garanzie democratiche. Le vittorie chaviste, in particolare in aree storicamente ostili, sono interpretate più come segno di controllo politico e disarticolazione dell’opposizione che come espressione autentica del voto popolare.
Secondo molti osservatori, le elezioni municipali hanno rappresentato una nuova tappa nel consolidamento del potere del Psuv, in un contesto di censura, paura e assenza di condizioni minime per una libera competizione elettorale.