Parigi ha ufficialmente consegnato le sue ultime basi militari in Senegal, ponendo fine a oltre sei decenni di presenza. Il ritiro segna una svolta storica nei rapporti tra Francia e Africa occidentale
È la fine di un’epoca. Giovedì, in una cerimonia ufficiale nella capitale senegalese, la Francia ha restituito a Dakar le ultime due installazioni militari presenti nel Paese, concludendo un'occupazione permanente durata oltre sei decenni.
Il “campo Geille” e lo scalo aeronautico francese presso l’aeroporto di Dakar sono stati simbolicamente consegnati al capo di stato maggiore dell’esercito senegalese, generale Mbaye Cissé, dal generale Pascal Ianni, comandante delle forze francesi in Africa.
Il passaggio di consegne rappresenta l’atto finale di un ritiro militare iniziato nel marzo scorso, su richiesta del presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye, eletto nel 2024 con una forte retorica sovranista. “Il Senegal è un Paese sovrano: non può ospitare basi militari straniere”, aveva dichiarato Faye nel novembre 2024, annunciando l’intenzione di ridefinire i rapporti con la Francia in un'ottica di “partenariato rinnovato”.
Il Senegal, ex colonia francese, ha mantenuto un solido legame con Parigi fin dalla sua indipendenza nel 1960. La chiusura delle basi segna non solo la fine della presenza francese in Senegal, ma anche un ridimensionamento più ampio dell’influenza militare francese nel continente africano.
Negli ultimi tre anni, la Francia ha progressivamente abbandonato le sue postazioni in Mali, Burkina Faso, Niger e Ciad, riducendo la propria presenza militare in Africa subsahariana. La base in Gabon è stata riconvertita in una struttura condivisa, mentre l’ultima roccaforte resta la base di Gibuti, nell’Africa orientale, che Parigi intende utilizzare come hub per le future operazioni nel continente.
Il disimpegno francese avviene in un contesto di crescente pressione da parte delle popolazioni africane e di governi desiderosi di affermare una nuova indipendenza, non solo formale ma anche strategica.
Per il Senegal, la giornata di giovedì ha avuto il sapore del riscatto storico. Per la Francia, invece, si chiude un altro capitolo nella lunga e controversa storia del suo rapporto con l’Africa.