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La Corte Suprema conferma il divieto del Tennessee sulle cure ai minori transgender: colpo ai diritti civili

Il senatore Bill Cassidy, R-La, pone una domanda durante un'audizione della Commissione Salute, Istruzione, Lavoro e Pensioni del Senato (HELP), Washington DC, USA, mercoledì 18 giugno 2025.
Il senatore Bill Cassidy, R-La, pone una domanda durante un'audizione della Commissione Salute, Educazione, Lavoro e Pensioni (HELP) del Senato, Washington DC, USA, mercoledì 18 giugno 2025. Diritti d'autore  Mariam Zuhaib/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Mariam Zuhaib/Copyright 2025 The AP. All rights reserved.
Di Malek Fouda
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La Corte Suprema USA conferma il divieto del Tennessee sulle cure di affermazione di genere per minori transgender. La decisione 6-3 spacca la Corte e segna una svolta nelle battaglie sui diritti Lgbtq+

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Con una decisione spaccata 6-3, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato mercoledì la legge del Tennessee che vieta ai minori transgender di accedere a cure mediche per l’affermazione di genere. Una svolta giudiziaria che rappresenta una significativa battuta d’arresto per i diritti delle persone transgender e che potrebbe rafforzare provvedimenti simili già attivi in altri 26 Stati americani.

Il presidente della Corte Suprema, John Roberts, scrivendo per la maggioranza conservatrice, ha sostenuto che la legge non viola la clausola di uguale protezione garantita dalla Costituzione.

“Questo caso porta con sé il peso di accesi dibattiti scientifici e politici. Ma la Costituzione non ci autorizza a scegliere tra le posizioni in campo”, ha scritto Roberts, sottolineando il ruolo limitato della Corte nell’arbitrare controversie mediche e sociali così divisive.

Sotomayor dissente: “La Corte abbandona i bambini transgender”

La giudice Sonia Sotomayor, firmataria del dissenso per i tre membri liberali della Corte, ha letto parte della sua opinione ad alta voce in aula, denunciando un passo indietro nei confronti dei diritti civili. “La Corte si ritira proprio dove dovrebbe intervenire. Abbandona i bambini transgender e le loro famiglie ai capricci della politica. Con tristezza, dissento”, ha dichiarato.

Il provvedimento si inserisce in un contesto politico sempre più ostile alle persone transgender negli Stati Uniti, con numerosi Stati a guida repubblicana che introducono leggi per limitare l’accesso ai bagni, escludere gli atleti trans dalle competizioni femminili e ridurre le tutele sanitarie.

L’offensiva politica, da Trump alle leggi statali anti-transgender

La decisione della Corte rafforza le misure promosse dall’ex presidente Donald Trump e da governi statali repubblicani. Trump ha attivamente cercato di bloccare l’uso di fondi federali per cure di affermazione di genere rivolte ai minori di 19 anni, promuovendo invece approcci non medici come la terapia della parola.

Ad aprile, l’amministrazione Trump ha fatto causa allo Stato del Maine per non aver escluso le atlete transgender dallo sport femminile. Inoltre, la stessa Corte Suprema aveva precedentemente autorizzato la sua decisione di escludere le persone transgender dalle forze armate. Più recentemente, Trump ha firmato un ordine esecutivo per ridefinire il sesso legale esclusivamente come “maschio” o “femmina”.

La comunità medica insorge: “Precedente pericoloso”

La reazione del mondo medico non si è fatta attendere. La presidente dell’Accademia Americana di Pediatria, Susan Kressly, ha espresso profonda preoccupazione: “Siamo al fianco dei pediatri e delle famiglie che prendono decisioni sulla salute senza interferenze politiche”, ha dichiarato in un comunicato.

Secondo Kressly, la sentenza della Corte Suprema “crea un pericoloso precedente di interferenza legislativa nella pratica della medicina”, minando il rapporto tra medico e paziente e ostacolando l’accesso a cure basate sull’evidenza scientifica.

Anche il Regno Unito restringe le tutele

La decisione americana segue di poche settimane quella della Corte Suprema del Regno Unito, che ha stabilito all’unanimità che le donne transgender possono essere escluse da alcuni spazi monosessuali, come rifugi per senzatetto, spogliatoi e servizi sanitari riservati.

Cinque anni fa, la stessa Corte Suprema statunitense aveva invece sancito che i diritti delle persone transgender, gay e lesbiche sono protetti dalla legge federale contro la discriminazione sul lavoro. La sentenza di mercoledì, pur non modificando quel precedente, segna un cambio di rotta pericoloso per la protezione legale delle persone transgender, soprattutto le più giovani.

La pronuncia della Corte Suprema rappresenta molto più di una semplice conferma legislativa: è un segnale politico e culturale che potrebbe accelerare la restrizione dei diritti civili per le persone transgender negli Stati Uniti. Mentre il fronte conservatore esulta, le associazioni per i diritti civili e le organizzazioni mediche lanciano l’allarme su un futuro in cui le decisioni politiche rischiano di prevalere sulla tutela della salute e dell’identità.

Risorse addizionali per questo articolo • AP

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