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Israele-Iran, colpita la sede della Tv di Stato a Teheran

Il fumo sopra l'edificio della tv di stato iraniana colpita da Israele
Il fumo sopra l'edificio della tv di stato iraniana colpita da Israele Diritti d'autore  AP/Copyright 2025 The AP. All rights reserved
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Di Emma De Ruiter & Michela Morsa Agenzie: AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Quarto giorno consecutivo di attacchi aerei reciproci tra Israele e Iran. Continua a salire il bilancio delle vittime, che ha raggiunto almeno i 250 morti, la maggior parte iraniani. Teheran chiede di interrompere le ostilità e riprendere i colloqui con gli Usa sul suo programma nucleare iraniano

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Sono quasi 250 i morti accertati tra Israele e Iran a causa degli attacchi reciproci innescati dai primi raid israeliani di venerdì. Il bilancio è destinato a salire, mentre continuano per il quarto giorno consecutivo i bombardamenti.

Lunedì pomeriggio l'aviazione israeliana ha bombardato l'edificio in cui ha sede l'emittente statale iraniana Irib a Teheran. Il momento dell'attacco è stato immortalato dalla diretta Tv, con la conduttrice costretta a fuggire dallo studio mentre si riempie di detriti e fumo. Le trasmissioni sono state brevemente interrotte, ma sono già riprese.

Poco prima, con un post in farsi su X, l'esercito israeliano aveva ordinato l'evacuazione dell'area della capitale iraniana dove ha sede la televisione di Stato, il terzo distretto, un'ampia zona a nord del centro. L'Idf spiegava nel post di star per colpire "strutture militari".

In risposta Teheran ha emesso avvisi di evacuazione per i canali di informazione israeliani.

"L'Iran ha emesso un avviso di evacuazione per i canali israeliani N12 e N14. Questo ordine arriva in risposta all'attacco ostile del nemico sionista contro il servizio di radiodiffusione della Repubblica islamica dell'Iran", ha dichiarato la televisione di stato.

Le Guardie rivoluzionarie iraniane hanno chiesto ai residenti della capitale israeliana Tel Aviv di evacuare "il prima possibile".

Netanyahu: Eliminazione di Khamenei farebbe finire il conflitto

Parlando all'Abc il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha detto di non escludere l'eliminazione della Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei.

Secondo Netanyahu, prendere di mira Khamenei porrà fine al conflitto, non lo aggraverà. A chi gli chiedeva un commento sulle indiscrezioni sul veto di Donald Trump al piano di Israele di eliminare Khamenei sulla scia sui timori di un inasprimento del conflitto, Netanyhau ha risposto: "Non lo aggraverà, ma vi porrà fine".

Almeno 250 morti dall'inizio degli attacchi aerei reciproci

La stima ufficiale del ministero della Salute iraniano conta fino a domenica 224 morti e quasi 1.300 feriti dall'inizio delle operazioni israeliane, mentre Israele ha detto che sul suo territorio in totale sono state uccise 24 persone e ferite più di trecento, dopo i nuovi attacchi iraniani di domenica sera.

Alcuni missili hanno fatto breccia nel sofisticato sistema di difesa aerea israeliano e hanno colpito il nord e il centro di Israele, causando almeno 8 morti e poco più di 90 feriti. La maggior parte non sono in condizioni preoccupanti.

Sono state colpite in particolare una grande raffineria di Petrolio nei pressi di Haifa e aree residenziali a Petah Tikvah e Bnei Brak, vicino Tel Aviv.

Il portavoce dell'Idf, il generale di brigata Effe Defrin, ha dichiarato che nella notte tra domenica e lunedì sono stati lanciati contro Israele 65 missili balistici e decine di droni in due raffiche, la maggior parte dei quali sono stati intercettati.

Il governo di Teheran ha dichiarato lunedì di avere "colpito con successo in Israele".

Defrin ha però aggiunto che, contemporaneamente, l'aviazione israeliana ha preso di mira venti missili balistici iraniani prima che potessero essere lanciati e che caccia e droni israeliani hanno identificato e colpito i siti di stoccaggio dei missili e i centri di comando dove i soldati iraniani si erano riuniti per lanciare i missili.

Secondo Defrin ad oggi l'aviazione israeliana ha distrutto un terzo dei lanciatori di missili balistici iraniani - l'armamento più importante ed efficace in dotazione all'Iran - e ha stabilito la “piena superiorità aerea” su Teheran.

Tra gli obiettivi colpiti domenica da Israele, oltre a rampe e siti di lanci di missili, ci sono anche i ministeri della Difesa e degli Esteri, e impianti di produzione energetica e militare.

Dopo gli omicidi mirati dei primi raid sulla capitale iraniana, domenica è stata confermata anche la morte del capo dell'intelligence delle Guardie rivoluzionarie Mohammad Kazemi e di altri due generali.

Da venerdì moltissime persone stanno lasciando la capitale iraniana, come testimoniano le foto delle lunghe code ai distributori di benzina e sulle principali autostrade che portano fuori città. Molti si dirigono verso la costa del Mar Caspio, vicina alla capitale ma scarsamente abitata e di scarso interesse militare, quindi ritenuta sicura.

La situazione a Teheran è resa molto pericolosa dalla scarsità di rifugi antibomba - che invece sono molto diffusi in Israele - e dalla mancanza di indicazioni da parte delle autorità pubbliche. A questo si aggiunge la scelta di concentrare le difese antiaeree in altre parti del Paese, ritenute più importanti a livello strategico.

L'Iran chiede di riprendere i colloqui sul suo programma nucleare

Israele, l'unico Stato del Medio Oriente ad avere armi nucleari, ha dichiarato che l'operazione militare contro l'Iran serviva a impedire al Paese di sviluppare una bomba nucleare, cosa che Teheran ha sempre negato di star facendo.

Nelle ultime settimane stavano proseguendo i colloqui tra Washington e Teheran sul futuro del programma nucleare iraniano: l'ultimo round di negoziati era previsto domenica in Oman, ma è stato cancellato.

Il Wall street journal riporta che lunedì l'Iran ha segnalato con urgenza che intende porre fine alle ostilità e riprendere i colloqui, inviando messaggi a Israele e agli Stati Uniti tramite intermediari arabi.

Secondo quanto riferito al giornale statunitense, Teheran avrebbe comunicato ai funzionari arabi che in mancanza di questa prospettiva potrebbe accelerare il suo programma nucleare ed espandere la portata della guerra.

Intanto il direttore dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha dichiarato che non ci sono stati altri danni ai siti del programma nucleare iraniano dopo quelli subìti nel primo raid israeliano di giovedì notte.

Contestualmente l'Aiea ha annunciato una riunione di emergenza per discutere gli effetti degli attacchi israeliani, convocata dall’Iran e sostenuta anche da paesi che gli sono vicini a livello internazionale: Russia, Cina, Venezuela.

Al G7 i leader mondiali chiedono diplomazia tra Israele e Iran

Gli attacchi reciproci hanno sollevato la prospettiva preoccupante di un attacco più ampio all'industria energetica iraniana, pesantemente sanzionata e vitale per l'economia e i mercati globali.

"Una soluzione 'negoziata' sull'Iran è la soluzione migliore a lungo termine", ha detto la presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen, che ha parlato al telefono con Netanyahu, in una conferenza stampa congiunta con il presidente del consiglio europeo Antonio Costa a Kananaskis, in Canada, alla vigilia del G7.

La responsabile della politica estera Ue, Kaja Kallas, convocherà martedì una riunione d'emergenza dei ministri degli Esteri del blocco dei 27 Paesi per discutere del conflitto tra Israele e Iran.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in post sul suo social media Truth, non ha escluso di intervenire al fianco di Israele - sono già state dispiegate navi nell'area che hanno contribuito a intercettare i missili iraniani - e ha affermato che Iran e Israele "dovrebbero fare un accordo e lo faranno".

Trump ha anche ipotizzato di chiedere al presidente russo Vladimir Putin di mediare nel conflitto e, secondo indiscrezioni dei media, avrebbe bloccato un piano israeliano per colpire il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, che si ritiene si sia rifugiato nella sua zona di origine, a Mashad.

Da parte sua il presidente israeliano Isaac Herzog ha lanciato un appello ai leader del G7. "Dovrebbero essere tutti con noi, perché se volete eliminare le testate nucleari, è meglio che lavoriate insieme, con noi", ha detto Herzog.

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