Anche se resta da vedere se si raggiungerà un accordo, le discussioni in corso tra Washington e Teheran sono un segnale positivo, secondo il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi
Non si sa ancora se gli Stati Uniti e l'Iran raggiungeranno un accordo sull'avanzamento del programma nucleare di Teheran, ma il proseguimento dei negoziati è un buon segno, ha dichiarato il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) delle Nazioni Unite Rafael Grossi.
Grossi ha rilasciato queste dichiarazioni mercoledì presso la sede della sua organizzazione a Vienna, pochi giorni dopo la conclusione dell'ultimo ciclo di colloqui tra i due Paesi. "Per il momento, la giuria non ha ancora deciso. Non sappiamo se ci sarà un accordo o meno", ha detto Grossi.
Tuttavia, il direttore dell'Aiea ha sottolineato che il dialogo in corso è positivo. "Penso che sia un'indicazione della volontà di trovare un accordo. E credo che questo, di per sé, sia qualcosa di possibile".
L'andamento dei colloqui sul nucleare tra Stati Uniti e Iran
Grossi ha dichiarato di parlare regolarmente con l'inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente Steve Witkoff, e di essere in comunicazione quasi quotidiana con il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi.
Teheran e Washington hanno finora tenuto cinque cicli di colloqui in Italia e Oman, con la mediazione del ministro degli Esteri omanita Badr al-Busaidi. Il sesto round non è ancora stato fissato. "Il quinto round di colloqui tra Iran e Stati Uniti si è concluso oggi a Roma con alcuni progressi, ma non conclusivi", ha scritto venerdì al-Busaidi su X.
"Speriamo di chiarire le questioni ancora aperte nei prossimi giorni, per permetterci di procedere verso l'obiettivo comune di raggiungere un accordo sostenibile e onorevole", ha aggiunto il ministro.
I colloqui mirano a limitare il programma nucleare iraniano in cambio della revoca di alcune delle pesanti sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. Il presidente Usa Donald Trump ha ripetutamente minacciato di lanciare attacchi aerei contro le strutture nucleari iraniane se non si raggiunge un accordo.
Teheran sempre più vicina a produrre un'arma nucleare
Nel frattempo, i funzionari iraniani avvertono sempre più che potrebbero perseguire un'arma nucleare con le loro scorte di uranio arricchito a livelli prossimi a quelli di un'arma.
Nel frattempo, Israele ha minacciato di colpire gli impianti nucleari iraniani se si sentirà minacciato, complicando ulteriormente le tensioni regionali già acuite dalla guerra a Gaza.
Lo storico accordo nucleare del 2015 con le potenze mondiali, noto come Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), ha limitato il livello di arricchimento di Teheran al 3,67 per cento e ha ridotto le sue scorte di uranio a 300 chilogrammi.
Questo livello è sufficiente per le centrali nucleari, ma molto al di sotto dei livelli di armamento del 90 per cento.
Da quando l'accordo è crollato nel 2018 con il ritiro unilaterale degli Stati Uniti da parte di Trump, l'Iran ha abbandonato tutti i limiti al suo programma e ha arricchito l'uranio fino al 60 per cento di purezza, un breve passo tecnico dai livelli di qualità per le armi.