Il presidente ucraino Zelensky ha annunciato di essere pronto a un incontro con Vladimir Putin a Istanbul per discutere un cessate il fuoco. La Turchia si conferma protagonista nei negoziati tra Russia e Ucraina. Scopri i dettagli e le implicazioni geopolitiche
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che giovedì si recherà in Turchia per un possibile colloquio diretto con Vladimir Putin, volto a ottenere un cessate il fuoco completo e duraturo nella guerra in corso tra Russia e Ucraina.
La dichiarazione arriva dopo che Putin ha manifestato apertura a colloqui "senza precondizioni" a Istanbul, città che si propone ancora una volta come crocevia della diplomazia internazionale. Zelensky ha definito "positivo" il fatto che Mosca sembri prendere in considerazione la possibilità di porre fine al conflitto, pur sottolineando che la pace potrà iniziare solo con un cessate il fuoco effettivo, a partire da lunedì 12 maggio.
Questa apertura diplomatica segue un intenso fine settimana di incontri tra Zelensky e i principali leader europei – Macron, Merz, Starmer e Tusk – culminato in un appello congiunto per una tregua di 30 giorni.
La Turchia come ponte diplomatico tra Kiev e Mosca
La Turchia svolge ormai da anni un ruolo fondamentale nei tentativi di mediazione tra Ucraina e Russia. Già nei primi mesi del conflitto, Ankara ha ospitato colloqui a Istanbul, dimostrandosi uno dei pochi attori accettabili da entrambe le parti. Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha riaffermato la disponibilità turca a fare da mediatore e ha parlato direttamente con Putin, appoggiando l’idea di un incontro faccia a faccia con Zelensky.
Il Cremlino ha confermato la telefonata tra Putin ed Erdoğan, durante la quale la Turchia ha garantito "tutta l’assistenza possibile" nell’organizzazione dei negoziati. Erdoğan, inoltre, ha parlato anche con Macron, definendo questa fase come un "punto di svolta storico" nella ricerca della pace.
Pressioni internazionali per il cessate il fuoco
Il contesto diplomatico si è ulteriormente intensificato con la pressione esercitata dai leader occidentali. Stati Uniti, Unione europea e i principali partner europei dell’Ucraina spingono per una tregua immediata. Anche l’ex presidente Usa Donald Trump ha sollecitato Kiev ad accettare l’offerta russa di negoziati in Turchia, suggerendo che "non ha senso rimandare l’incontro".
Washington e Bruxelles hanno promesso ulteriori sanzioni alla Russia qualora Mosca rifiutasse l’intesa di pace proposta. L’incontro previsto a Istanbul potrebbe quindi rappresentare l’ultima occasione per evitare un’escalation diplomatica e militare ancora più drammatica.
Turchia e Russia: alleanza strategica o equilibrio fragile?
Il ruolo della Turchia nei negoziati tra Russia e Ucraina è reso possibile anche da una lunga e complessa relazione bilaterale con Mosca. I rapporti tra Ankara e il Cremlino sono caratterizzati da una combinazione di cooperazione economica, rivalità regionale e pragmatismo politico.
Dal punto di vista energetico, la Turchia dipende fortemente dalle importazioni di gas russo. Progetti strategici come il gasdotto TurkStream rafforzano questa interdipendenza, rendendo Mosca un partner energetico chiave per Ankara. Allo stesso tempo, i due Paesi collaborano su grandi progetti infrastrutturali, come la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu.
Sul piano militare e della difesa, le relazioni sono più ambigue. Sebbene la Turchia sia membro della Nato, ha acquistato dalla Russia il sistema missilistico S-400, provocando tensioni con gli alleati occidentali. Questa mossa ha evidenziato la volontà turca di mantenere una politica estera indipendente e multipolare, spesso in contrasto con le aspettative di Bruxelles e Washington.
In ambito regionale, Turchia e Russia si sono trovate su fronti opposti in vari conflitti – dalla Siria alla Libia, fino al Nagorno-Karabakh. Tuttavia, pur sostenendo schieramenti avversi, i due Paesi hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione aperto e attivo, basato su un realismo politico che privilegia la gestione delle divergenze rispetto allo scontro diretto.
L’incontro tra Putin e Zelensky a Istanbul, se confermato, rappresenterebbe un ulteriore esempio della capacità di Erdoğan di muoversi tra le sfere d’influenza in conflitto, rafforzando il ruolo della Turchia come mediatore credibile e interlocutore strategico sia per la Russia sia per l’Ucraina.
Le relazioni tra Turchia e Ucraina: cooperazione oltre la guerra
Al di là del ruolo di mediatore, la Turchia e l’Ucraina intrattengono rapporti bilaterali strategici. Negli anni recenti, Ankara ha fornito a Kiev droni da combattimento Bayraktar TB2, che sono stati utilizzati efficacemente durante le prime fasi dell’invasione russa. Inoltre, le due nazioni hanno firmato diversi accordi in ambito militare, commerciale ed energetico, rafforzando una cooperazione che va oltre la diplomazia di crisi.
La Turchia ha sostenuto l’integrità territoriale dell’Ucraina sin dall’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e ha condannato più volte le violazioni del diritto internazionale. Tuttavia, mantiene una posizione di equilibrio, continuando i rapporti economici anche con Mosca, in particolare nel settore energetico e turistico.
Istanbul al centro della nuova geopolitica europea
L’incontro tra Zelensky e Putin in Turchia, se confermato, segnerebbe un momento storico per la diplomazia internazionale. In un panorama globale segnato da conflitti e tensioni, la Turchia si riafferma come attore cruciale capace di mediare tra le parti e potenzialmente di facilitare la fine di una guerra devastante per l’Europa e per il mondo.
In questo scenario, la cooperazione tra Ankara e Kiev assume un significato che va oltre la crisi attuale, ponendo le basi per un’alleanza strategica più ampia e per un nuovo equilibrio geopolitico nell’area euroasiatica.