Dopo due anni di stallo politico e settimane di lavoro, Nawaf Salam ha annunciato il suo gabinetto. I 24 nuovi ministri sono stati equamente selezionati tra il gruppo musulmano e quello cristiano
Il nuovo primo ministro libanese Nawaf Salam per ha formato sabato il primo governo a pieno titolo del Paese dal 2022.
Il presidente Joseph Aoun ha annunciato in un comunicato di aver accettato le dimissioni del precedente governo provvisorio e ha firmato un decreto con il nuovo primo ministro Salam per la formazione del nuovo governo.
Il gabinetto di Salam, composto da 24 ministri e diviso equamente tra gruppi cristiani e musulmani, è stato formato meno di un mese dopo la sua nomina e arriva in un momento in cui il Libano sta cercando di ricostruire la sua martoriata regione meridionale e di mantenere la sicurezza lungo il confine meridionale dopo la devastante guerra tra Israele e il gruppo militante Hezbollah. Un accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti ha posto fine agli scontri lo scorso a novembre.
Le principali sfide di Salam
Il Libano è inoltre ancora alle prese con una crisi economica paralizzante, giunta al sesto anno, che ha colpito le banche, distrutto il settore elettrico statale e lasciato molti poveri nell'impossibilità di accedere ai propri risparmi.
Salam, diplomatico ed ex presidente della Corte internazionale di giustizia, ha promesso di riformare il sistema giudiziario e la malconcia economia libanese e di portare stabilità nel travagliato Paese, che da decenni affronta numerose crisi economiche, politiche e di sicurezza.
Sebbene Hezbollah non abbia appoggiato Salam come primo ministro, il gruppo libanese si è impegnato in negoziati con il nuovo primo ministro per i seggi musulmani sciiti nel governo, come previsto dal sistema di condivisione del potere libanese.
Le nuove autorità libanesi segnano anche un allontanamento dai leader vicini a Hezbollah, poiché Beirut spera di continuare a migliorare i legami con l'Arabia Saudita e altre nazioni del Golfo, preoccupate dal crescente potere politico e militare di Hezbollah negli ultimi dieci anni.
All'inizio di gennaio, l'ex capo dell'esercito Aoun è stato eletto presidente, ponendo fine al vuoto di questa posizione. Era anche un candidato non appoggiato da Hezbollah e dai suoi principali alleati. Aoun ha condiviso sentimenti simili a quelli di Salam, giurando anche di consolidare il diritto dello Stato a “monopolizzare il trasporto di armi”, in un apparente riferimento alle armi di Hezbollah.