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Hamas: progressi nei negoziati con Israele. Possibile liberazione di 33 ostaggi

Mahammad Eid con tra le sue braccia il corpo di uno dei tre parenti morti in un attacco israeliano a Deir al-Balah, Striscia di Gaza, 12 gennaio 2025
Mahammad Eid con tra le sue braccia il corpo di uno dei tre parenti morti in un attacco israeliano a Deir al-Balah, Striscia di Gaza, 12 gennaio 2025 Diritti d'autore  Abdel Kareem Hana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Abdel Kareem Hana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di Euronews
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar ha dichiarato che Israele sta ''lavorando alacremente'' per giungere a un accordo che favorisca il rilascio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. Secondo la stampa di Tel Aviv potrebbero esserne liberati 33. Si discute però su altri punti

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Nel primo pomeriggio di lunedì 13 gennaio il movimento palestinese Hamas ha dichiarato di essere "molto vicino" a un accordo con Israele per un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. A dichiararlo è stato un funzionario del gruppo islamista alla Cnn, spiegando che permangono dei disaccordi sulla richiesta avanzata da Hamas, che chiede a Israele di ritirarsi dal corridoio Philadelphi, situato lungo il confine tra Gaza e l'Egitto. Il movimento palestinese chiede inoltre a Tel Aviv di impegnarsi per un cessate il fuoco permanente.

Il funzionario, che ha preferito mantenere l'anonimato, ha aggiunto che non c'è ancora accordo sulle dimensioni della zona cuscinetto che correrà lungo il confine tra Gaza e Israele. Hamas chiede di tornare a quella di circa 300-500 metri che esisteva prima del 7 ottobre 2023, mentre Israele vuole che sia profonda 2 chilometri. "Riteniamo che questo significhi che 60 chilometri quadrati della Striscia di Gaza rimarranno sotto il loro controllo e gli sfollati non torneranno alle loro case", ha spiegato la fonte all'emittente statunitense.

Hamas: dal 7 ottobre 2023 oltre 46mila morti nella Striscia di Gaza

Sono più di trenta i palestinesi uccisi soltanto nelle ultime 24 ore nella Striscia di Gaza in raid israeliani in un bilancio delle vittime dal 7 ottobre 2023 sempre più disastroso. I palestinesi morti in poco più di un anno sono infatti 46.584, 109.731 quelli feriti. Lo ha reso noto lunedì il ministero della Salute di Hamas in una nota. Nello stesso giorno Israele ha attaccato l'enclave in diversi raid, tra cui uno contro una scuola, dove sono rimasti uccisi cinque palestinesi, e due distinti attacchi aerei contro edifici residenziali, in cui sono rimaste uccise altre cinque persone.

"Nella prima settimana del nuovo anno scolastico, i bambini e le famiglie a Gaza hanno affrontato cinque attacchi da parte delle forze israeliane contro scuole trasformate in rifugi". Questo l'allarme lanciato lunedì da Save the Children: secondo l'organizzazione umanitaria sono morti almeno tre bambini e decine sono stati feriti.

Croce Rossa: "Disponibili ad agevolare il rilascio degli ostaggi"

La presidente del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) Mirjana Spoljaric è arrivata lunedì a Israele dove ha incontrato le famiglie degli ostaggi, che hanno condiviso con lei il loro "dolore indescrivibile", come ha riportato l'organizzazione su X. Nella dichiarazione la Cicr si dice disponibile a "svolgere un ruolo di intermediario neutrale e ad agevolare il rilascio e il trasferimento degli ostaggi fuori da Gaza in caso di accordo".

Lunedì il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, ha invece affermato che sono stati fatti progressi nelle trattative in corso per raggiungere un accordo di cessate il fuoco con il gruppo armato palestinese Hamas. "Israele vuole un accordo sugli ostaggi e sta lavorando con i nostri amici statunitensi per raggiungere un'intesa sugli ostaggi. Presto sapremo se l'altra parte vuole la stessa cosa", ha affermato Sa'ar in una conferenza stampa a Gerusalemme insieme al suo omologo danese, Lars Lokke Rasmussen. Il ministro partirà lunedì sera per una visita diplomatica in Italia e in Ungheria: lo ha annunciato l'ufficio del capo della diplomazia dello Stato ebraico.

Emergono intanto i primi dettagli del possibile accordo

Alla domanda su una tempistica per un potenziale accordo, Sa'ar ha aggiunto: "Ci sono progressi. Ho detto che l'impressione è molto migliore di prima, ma non voglio dire di più, perché mi rendo conto che ci sono famiglie che sono sensibili a ogni parola e a ogni frase". Il ministro ha quindi precisato che Israele sta lavorando sia con l'amministrazione Biden uscente che con quella Trump entrante: "Spero che entro breve tempo vedremo le cose accadere concretamente".

Emergono intanto i primi dettagli del possibile accordo. Il Jerusalem Post spiega infatti che l'intesa potrebbe prevedere una prima fase di cessate il fuoco di 42 giorni, nel corso del quale verrebbero liberati 33 ostaggi. Al contempo, partirebbe il ritiro graduale delle forze armate israeliane dal territorio palestinese. Secondo le indiscrezioni, l'esercito non lascerà però la Striscia di Gaza finché non sarà rilasciato l'ultimo ostaggio.

La testata non parla invece di possibili scambi con prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Israele: di ciò si dovrebbe infatti discutere in una seconda fase dei negoziati, dopo due settimane dall'inizio del cessate il fuoco. Secondo altre fonti, tra i 33 ostaggi ce ne sarebbero di vivi come di morti.

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