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Mattarella, discorso di fine anno: "Il primo augurio è la pace per tutti"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella Diritti d'autore  Eraldo Peres/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Eraldo Peres/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Andrea Barolini
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto il consueto discorso di fine anno, spaziando dalla pace, ai femminicidi, dalle morti sul lavoro ai cambiamenti climatici, dalle disuguaglianze agli 80 anni della Liberazione

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"Stiamo vivendo ore di attesa per un tempo nuovo che viene e che speriamo sia migliore. Ore in cui cerchiamo la serenità: nelle comunità, nelle famiglie, nelle amicizie. Non è solo un rito: è la natura più autentica che ci richiama alla relazione con gli altri. Soprattutto mentre assistiamo a migliaia di vittime delle guerre". Con queste parole il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha esordito nel suo tradizionale discorso di fine anno, trasmesso a reti unificate.

La pace, obiettivo irrinunciabile della nostra Costituzione

Il capo di Stato ha ricordato la storia dei bambini morti assiderati nella Striscia di Gaza, i bombardamenti delle centrali elettriche in Ucraina, e gli ostaggi rapiti da Hamas: "La pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunciabile. La pace di cui l'Unione europea è storica espressione. La pace del rispetto dei diritti umani, della libertà di ogni popolo. Il primo augurio dunque è che il nuovo anno porti la pace a tutti".

Mattarella ha quindi evocato la vicenda di Cecilia Sala, giornalista arrestata in Iran, ricordando "il valore della libera informazione. Molti giornalisti rischiano e pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità". Un pensiero e un augurio sono stati rivolti poi a Papa Francesco, che "ha aperto un Giubileo che richiama alla speranza, e tocca a noi tradurre quella speranza in realtà. Ma cosa vuol dire coltivare fiducia in un mondo contraddistinto da conflitti? Dobbiamo ritrovare il modo di vivere insieme. Siamo sottoposti ad una forza centrifuga che radicalizza le contrapposizioni".

"Spendiamo otto volte più per le armi che per il clima: una sproporzione sconfortante"

Sul fronte economico, il presidente della Repubblica ha spiegato che "la realtà che viviamo ci presenta contraddizioni che generano smarrimento, sgomento, a volte senso di impotenza. A livello mondiale aumenta esponenzialmente la ricchezza concentrata nelle mani di pochi e cresce la povertà. La spesa militare ha toccato una cifra record, otto volte quanto stanziato a Baku per contrastare i cambiamenti climatici. Una sproporzione sconfortante. Scienza e nuove tecnologie danno speranze enormi per la salute, ma oggi ancora si rinuncia alle cure perché si è privi di mezzi finanziari".

Sull'Italia, Mattarella ha sottolineato i punti di forza economici, ritenuti aspetti confortanti. Ma ha ricordato come continui la fuga dei cervelli, e permanga il divario tra Nord e Sud. Mentre numerose zone "sono soggette a eventi meteorologici estremi alimentati dal riscaldamento globale che ormai non possono più essere considerati straordinari, ma vanno prevenuti con lungimiranza".

"Comportamenti violenti alimentati dai modelli proposti dal web"

"Un'attenzione particolare - ha proseguito poi il capo di Stato - necessita poi il problema della violenza, soprattutto tra i giovani e giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web, che propone modelli ispirati al successo facile, allo sballo. I giovani sono la forza del nostro Paese, abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio e dare risposte concrete. La precarietà e l'incertezza che avvertono vanno affrontate con fermezza. Abbiamo insomma straordinarie potenzialità e punti di debolezza che vanno risolti".

Mattarella ha ricordato la scelta della Treccani di dichiarare "rispetto" la parola dell'anno: "Quello verso gli altri rappresenta il primo passo per una società più capace di umanità, collaborazione, solidarietà: elementi su cui poggia la nostra civiltà. Rispetto per i lavoratori: non bastano più parole di sdegno per le morti sul lavoro, che si possono e si debbono prevenire. Rispetto anche per i detenuti: il sovraffollamento delle carceri sovrasta e rende difficile anche la gestione dei penitenziari. I detenuti devono poter respirare un'aria diversa".

Le parole di Mattarella contro i femminicidi

Il presidente ha quindi ricordato di aver ascoltato nel corso dell'anno "parole incoraggianti, in chi ha saputo trasformare la propria difficoltà in forza. Nelle parole dei ragazzi e delle ragazze che non intendono tacere nello scandalo dei femminicidi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime: dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro. Devono essere protagoniste. Siamo tutti chiamati ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza".

Nella quotidiana esperienza di tanti concittadini si manifesta un sentimento di attaccamento alla patria. Come per i nostri militari in tanti teatri operativi. Ma patriottismo è quello dei medici nei pronto soccorso, quello degli insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani, di chi fa impresa con responsabilità sociale, di chi studia e si prepara, di chi si impegna nel volontariato, degli anziani che sostengono le loro famiglie. Ed è patriottismo quello di chi originario di altri Paesi diventa parte della nostra comunità: è fondamentale creare percorsi di integrazione".

Il richiamo agli 80 anni della Liberazione

Nel discorso del presidente della Repubblica spazio anche al tema della sicurezza, che "rimane una preoccupazione dei cittadini. Dal 2013 al 2024 sono stati però raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione: siamo grati alle forze dell'ordine per il contributo. Eppure si affacciano nuovi odiosi fenomeni, dalle truffe agli anziani alle violenze sul web".

Un pensiero è poi andato agli sportivi, a partire da chi ha partecipato ai Giochi Olimpici. Infine, Mattarella ha ricordato che "nel 2025 celebreremo gli 80 anni della Liberazione. Un richiamo a tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, lavoro, giustizia. Sono i valori che animano la vita del Paese. La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte".

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