Biden assicura che il 20 gennaio del 2025 il trasferimento dei poteri negli Stati Uniti sarà pacifico. "Farò il mio dovere di Presidente, rispetterò il mio giuramento e la Costituzione"
Lo ripetono da ieri come un mantra. O come un disco rotto. Per marcare la linea di discrimine con il ''cavallo vincente'', Donald Trump. Dopo Kamala Harris, è stata la volta del presidente uscente, Joe Biden, di promettere un passaggio di consegne all'insegna della cooperazione.
"Ordinerò a tutta la mia Amministrazione di lavorare con il suo team per garantire una transizione pacifica e ordinata. Questo è ciò che il popolo americano merita. Il nostro popolo vota per i propri leader e lo fa in maniera pacifica - ha detto Biden nel suo discorso alla nazione - Siamo una democrazia e la scelta del popolo prevale sempre (...). Non si può amare il nostro Paese solo quando si vince".
Entrambi, sia Biden che la candidata dem sconfitta Harris, si sono congratulati con Trump per la vittoria, con un fairplay sconosciuto al tycoon che torna alla Casa Bianca.
Al tempo stesso, Joe Biden non ha rinunciato a mettere il cappello su quella che definisce "una presidenza storica".
Non premiata però dal voto degli americani.
"Sono felice di ciò che abbiamo fatto, molto del lavoro è stato riconosciuto dalla grande maggioranza degli americani e continuerà a essere percepito per i prossimi 10 anni, basti pensare a tutte le leggi che abbiamo promulgato e che adesso cominciano a fare il loro lavoro cambiando la vita delle persone. Ci vuole tempo, il percorso è davanti a noi" ha dichiarato Biden.
Joe Biden ha anche lodato la campagna di Kamala Harris, che è riuscita a "ispirare". Insistendo sulla necessità di abbassare le tensioni politiche, il presidente assicura che continuerà a battersi nelle sue ultime settimane alla Casa Bianca.
"Insieme abbiamo cambiato l'America in meglio - ha aggiunto - Ora abbiamo 74 giorni alla fine del mandato. Facciamo sì che ogni giorni conti, è una responsabilità che abbiamo nei confronti degli americani. Le battute d'arresto sono inevitabili, ma arrendersi è imperdonabile. Una sconfitta non significa che siamo stati sconfitti definitivamente e dobbiamo perciò restare impegnati".