Il portavoce del dipartimento di Stato statunitense ha dichiarato che Israele deve rispondere pubblicamente alle preoccupazioni internazionali per i suoi attacchi indiscriminati nella Striscia e che la fornitura degli aiuti umanitari non è a un livello accettabile
Gli Stati Uniti hanno accusato Israele di “non fare abbastanza” per rispondere alle preoccupazioni internazionali per i suoi attacchi incessanti e indiscriminati nella Striscia di Gaza.
“Come abbiamo già detto, non stanno facendo abbastanza per darci le risposte che abbiamo richiesto. Ci sono domande significative che voi tutti ponete, che altri Paesi hanno posto, a cui noi crediamo Israele debba rispondere pubblicamente”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller.
Miller ha poi aggiunto che anche la fornitura israeliana di aiuti umanitari ai civili di Gaza non è ad un livello accettabile per gli Stati Uniti.
Mentre il capo militare israeliano afferma che l'Idf deve aumentare le sue risorse, dato che la guerra si espande su diversi fronti, i mediatori internazionali spingono per nuovi colloqui per un cessate il fuoco in Libano e a Gaza.
Giovedì è prevista una visita di due alti funzionari della Casa Bianca in Israele - Amos Hochstein e Brett McGurk - per parlare con il primo ministro Benjamin Netanyahu e altri responsabili di una possibile tregua con Hezbollah.
A tal proposito nel suo primo discorso da segretario generale di Hezbollah mercoledì Naim Qassem ha annunciato che il suo movimento accetterà un cessate il fuoco con Israele, ma solo a certe condizioni, finora mai messe sul tavolo. “Se gli israeliani decidono di fermare l'aggressione, noi accettiamo, ma alle condizioni che riteniamo adeguate”, ha detto Qassem, parlando da una località non rivelata in un discorso televisivo preregistrato. “Non imploreremo un cessate il fuoco”.
Il primo ministro libanese Najib Mikati si è detto moderatamente ottimista sulla possibilità di una tregua in Libano, in quanto l'inviato statunitense Hochstein gli avrebbe lasciato intendere che un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah sarebbe possibile prima delle elezioni presidenziali americane del 5 novembre.
In Arabia Saudita, invece, sono iniziate le discussioni su una soluzione a due Stati per la crisi: Riyadh ospita il primo incontro di una nuova “alleanza globale” che preme per la creazione di uno Stato palestinese.
Continua l'offensiva israeliana nel nord di Gaza e nel sud del Libano
Nonostante gli sforzi diplomatici, l'esercito israeliano continua la sua offensiva in Libano e nella Striscia di Gaza. Gli attacchi israeliani di mercoledì in Libano hanno ucciso almeno 19 persone in due città nella regione orientale di Baalbek. Tel Aviv ha anche annunciato di aver ucciso un altro comandante di Hezbollah in un raid aereo nel sud del Libano. Si tratterebbe di Muhammad Khalil Alian, responsabile dell'unità di missili guidati anticarro del gruppo.
Giovedì mattina l'Idf ha ordinato l'ennesima evacuazione nel Libano meridionale. Il portavoce in lingua araba dell'esercito israeliano ha ordinato ai residenti di dieci città e villaggi nei pressi di Tiro e Nabatieh di lasciare le loro case, affermando che presto l'esercito "agirà con forza" contro Hezbollah in queste aree. Tra le aree elencate c'è anche il campo proghi di Rashidieh, che ospita migliaia di rifugiati palestinesi.
Continuano i bombardamenti e i combattimenti anche nel nord della Striscia di Gaza, di nuovo sotto l'assedio delle forze israeliane da qualche settimana. l'Idf ha dichiarato che sono in corso scontri a Jabalia. I militari sostengono di aver colpito decine di obiettivi terroristici e depositi di armi nella parte centrale di Gaza e un sito utilizzato per la produzione di munizioni. Secondo i medici palestinesi negli ultimi attacchi sono state uccise almeno 30 persone,** mentre mercoledì in tutto sono stati registrati almeno 102 morti.