Il libro di memorie di Navalny, intitolato "Patriot", sarà pubblicato il 22 ottobre, otto mesi dopo la morte del popolare leader dell'opposizione russa in una remota colonia penale in Siberia
Alcuni estratti del libro di memorie di Alexei Navalny, che sarà pubblicato la settimana prossima con il titolo Patriot, rivelano che il dissidente credeva che sarebbe morto in prigione.
"Trascorrerò il resto della mia vita in prigione e morirò qui. Non ci sarà nessuno a cui dire addio", ha scritto Navalny nel marzo 2022, secondo le anticipazioni della rivista New Yorker, aggiungendo: "Non vedrò mai i miei nipoti".
Navalny, che ha condotto numerose campagne contro la corruzione in Russia e il potere autoritario di Vladimir Putin, è morto lo scorso febbraio a 47 anni in una remota prigione dell'Artico, mentre scontava una condanna a 19 anni di reclusione per estremismo.
Navalny spiega il perché del rientro in Russia nel 2021
Il dissidente aveva ottenuto consensi tra i più giovani con la sua Fondazione anticorruzione e la presenza su blog e social media, ma nel 2020 era stato ricoverato in Germania dopo un avvelenamento con un agente nervino che lo aveva quasi ucciso.
Rientrato in Russia nel 2021, era stato imprigionato dopo l'atterraggio e due anni dopo spedito in detenzione in Siberia.
Nella raccolta delle sue memorie, che spaziano dalla giovinezza alla carriera politica, Navalny risponde anche alla domanda che molti si sono posti sul perché rientrò in Russia vista l'ostilità di Putin nei suoi confronti.
"Non voglio abbandonare il mio Paese o tradirlo. Se le tue convinzioni hanno un significato, devi essere pronto a difenderle e a fare sacrifici se necessario", ha scritto in Patriot.
L'editore Knopf, annunciando il libro lo scorso aprile in undici lingue (compreso l'italiano per Mondadori), aveva affermato che Navalny ne aveva iniziato la stesura mentre si riprendeva dall'avvelenamento, continuando poi in Russia.
La vedova, Yulia Navalnaya, aveva dichiarato che il libro sarebbe stato una testimonianza della vita del marito e del suo "incrollabile impegno nella lotta contro la dittatura". Lo scrive lo stesso Navalny in una delle pagine del libro, che riporta una data del 17 gennaio 2022.
"Ho fatto del mio meglio per tirare un'estremità della corda. Ho portato da questa parte coloro che, tra le persone oneste, non volevano o non potevano più sopportare di avere paura. Questo è ciò che ho fatto. Non me ne pento nemmeno per un secondo".