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Gaza, contati 283 corpi nella fossa comune all'ospedale Nasser di Khan Younis

Una donna guarda tra i corpi trovati in una fossa comune a Khan Younis
Una donna guarda tra i corpi trovati in una fossa comune a Khan Younis Diritti d'autore Screenshot from AP video 4490160
Diritti d'autore Screenshot from AP video 4490160
Di Gabriele Barbati
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

I cadaveri ritrovati nella fossa comune individuata nell'ospedale di Khan YounIs nel sud della Striscia sono 283. Nessun progresso verso un accordo per il cessate il fuoco a Gaza ha detto Josep Borrell

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Il cortile dell'ospedale Nasser di Khan Younis ha restituito alla fine 283 corpi, dopo che i soccorritori hanno terminato di lavorare sulla fossa comune rinvenuta lunedì. 

Tra i cadaveri ci sono quelli di pazienti e di sfollati rifugiati nell'ospedale e morti per i bombardamenti e gli stenti nelle settimane passate, secondo quanto riportato dai membri della Protezione civile palestinese che sono intervenuti, e nei giorni a febbraio in cui il Nasser è stato sotto assedio dell'esercito israeliano (Idf).

Dopo il ritiro dell'Idf da Khan Younis a inizio del mese, molti palestinesi sono tornati in città a cercare i propri cari.

"È il quinto giorno che vengo qui a cercare il corpo di mio figlio, Jamal. Ci hanno detto che qui c'era una fossa comune" racconta Raeda Abu al-Ola "purtroppo non ho trovato mio figlio".

Secondo alcune testimonianze, i cadaveri nella fossa sarebbero anche di più e alcuni avrebbero le mani legate dietro la schiena, il che indicherebbe l'esecuzione di prigionieri durante l'occuapazione dell'ospedale.

Ue, Borrell: "Nessun progresso su tregua, ostaggi e crisi umanitaria a Gaza"

Tra lunedì e martedì la marina di Israele ha attaccato il centro della Striscia, a Deir al-Balah, Nuseirat e az-Zawayda, secondo l'emittente qatarina Al Jazeera, mentre l'aviazione ha colpito a Gaza city e Khan Younis.

Nel frattempo, in occasione di una riunione dei ministri degli Esteri a Lussemburgo lunedì, il capo della politica estera dell'Unione Europea, Josep Borell, è sembrato pessimista sullo stato dei colloqui per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas a Gaza.

"Non c'è alcuna prospettiva nè alcuna reale attenuazione della catastrofe umanitaria" ha detto Borrell che ha aggiunto: "Ci sono tre cose di cui abbiamo bisogno, il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco e lo stop alla catastrofe umanitaria. Mi spiace dirlo, ma non c'è alcun progresso su nessuna di esse".

Ancora la scorsa settimana Hamas ha ribadito le proprie richieste per una tregua: il ritiro dell'esercito israeliano da Gaza e il permesso ai residenti sfollati di tornare a casa. 

Israele, che ha operato un ritiro parziale delle truppe alla vigilia della Pasqua Ebraica, ha invece intenzione di proseguire l'offensiva verso l'ultima grande città nel meridione della Striscia, Rafah, e pone come priorità il rilascio degli ostaggi vivi o morti in mano ai movimenti armati palestinesi.

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