Israele, si riunisce il gabinetto di guerra per decidere la risposta all'attacco iraniano

Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu Diritti d'autore Leo Correa/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Di Michela Morsa
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Mentre Teheran ribadisce di non volere un'escalation del conflitto e ritiene la questione "conclusa", dopo che sabato sera ha attaccato lo Stato ebraico con centinaia di droni e missili. Il gabinetto di Guerra di Israele ha deciso che non risponderà subito, ma lo farà nei modi e nei tempi opportuni

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La moral suasion degli Usa e dei principali partner ha frenato per il momento la reazione di Israele che si riserva il diritto di rispondere "al momento giusto" all'attacco lanciato dall'Iran. Biden ha invitato Netanyahu a considerare la nottata una "vittoria", perché l'attacco dell'Iran non ha avuto successo. E ha sottolineato che gli Usa non sosteranno un eventuale contrattacco contro Teheran, mentre il G7 ha chiede che per "evitare un'ulteriore escalation" le parti si astengano da "azioni volte ad acuire la tensione".

Gantz, ministro del Gabinetto di guerra riunitosi domenica, ha dichiarato: "costruiremo una coalizione regionale" e poi "esigeremo un prezzo nel modo e nel momento che ci conviene". "La questione può considerarsi chiusa così", ha detto la rappresentanza iraniana all'Onu. "Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura".

Lo ha sottolineato anche il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian all'omologo turco Hakan Fidan, che in una telefonata ha avvertito Teheran che Ankara si accoda al coro di voci che scongiurano un'ulteriore escalation del conflitto nella regione. 

Amirabdollahian ha ribadito che l'Iran non lancerà nuove operazioni a meno che non venga attaccato da Israele o dagli Stati Uniti. In quel caso colpirà con "maggiore forza".

In una conferenza stampa domenica il ministro degli Esteri iraniano ha anche dichiarato che i Paese vicini erano stati informati della rappresaglia "certa, legittima e irrevocabile" contro Israele con 72 ore di anticipo e che anche agli Stati Uniti era stato riferito che gli attacchi sarebbero stati "autodifensivi e limitati", a sottolinearne la natura non escalatoria

Già sabato notte la missione iraniana alle Nazioni Unite ha scritto su X che "la questione può considerarsi conclusa. Tuttavia, se il regime israeliano dovesse commettere un altro errore, la risposta dell'Iran sarà molto più severa". "Si tratta di un conflitto tra l'Iran e il regime canaglia israeliano, da cui gli Stati Uniti devono stare alla larga", si legge ancora nel post. 

Gli Stati Uniti invocano una de-escalation

Gli Stati Uniti mantengono invece una posizione più cauta invocando una de-escalation da parte di tutti gli attori. Domenica il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby ha fatto il giro dei talk show televisivi lanciando un messaggio molto chiaro. Ha ripetuto più volte, a nome del presidente degli Stati Uniti: "Non vogliamo una guerra con l'Iran".

È stato riferito, intanto, che gli aerei da guerra israeliani stanno bombardando le posizioni di Hezbollah nel sud del Libano. Israele ha riaperto il suo spazio aereo e altrettanto ha fatto l'aeroporto di Beirut, la capitale del Libano. I media statali iraniani hanno invece riferito che diversi aeroporti del Paese, tra cui l'Imam Khomeini International di Teheran, hanno cancellato i voli fino a lunedì.

L'attacco iraniano ha puntato alle installazioni militari

Il New York Times ha citato fonti dell'intelligence israeliana secondo cui gli obiettivi principali sembrano essere stati installazioni militari nelle alture occupate del Golan, nell'estremo nord, e nel deserto del Negev, nell'estremo sud. 

Israele ha dichiarato di aver intercettato il 99 per cento dei droni e dei missili lanciati dall'Iran e ha elogiato il successo delle sue difese di fronte all'attacco senza precedenti da parte di Teheran che ha coinvolto 170 droni, più di 30 missili da crociera e più di 120 missili balistici. 

Sono riusciti a penetrare nel territorio israeliano solo alcuni dei missili balistici che hanno causato danni minori a una base aerea nel sud del Paese, mentre tutto il resto è stato abbattuto anche grazie al contributo delle forze statunitensi, francesi, britanniche e giordane. Molti dei droni e missili sono stati intercettati ancor prima di sorvolare Israele, nei cieli di Giordania, Siria e Iraq.

L'Idf ha fatto sapere che anche gli Houthi e Hezbollah hanno partecipato all'attacco, ma senza successo. "Gli Houthi hanno sparato una piccola quantità di armi. Neanche loro hanno avuto successo. Anche gli Hezbollah, nelle ore di questa mattina, hanno condotto alcuni attacchi contro di noi. Abbiamo reagito contro le postazioni di Hezbollah anche questa mattina", ha dichiarato il portavoce e tenente colonnello Peter Lerner.

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