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Gli agricoltori tornano a protestare a Bruxelles: insufficienti le concessioni della Commissione

Pila di patate scaricata davanti agli agenti di polizia dagli agricoltori durante una protesta vicino alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles, 26 marzo 2024
Pila di patate scaricata davanti agli agenti di polizia dagli agricoltori durante una protesta vicino alla sede del Consiglio europeo a Bruxelles, 26 marzo 2024 Diritti d'autore  Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Geert Vanden Wijngaert/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Michela Morsa & Aida Sanchez Alonso
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Martedì mattina decine di trattori hanno bloccato le strade che portano al quartiere europeo della capitale belga, dove si stava svolgendo la riunione dei ministri Ue dell'Agricoltura

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La rabbia degli agricoltori è tornata a farsi sentire e vedere nei pressi delle istituzioni europee martedì mattina a Bruxelles. Questa volta Il gruppo di manifestanti era meno nutrito, ma non meno rumoroso. 

Decine di trattori hanno bloccato le strade intorno al quartiere europeo, scaricando pile di patate, lanciando uova alla polizia e accendendo roghi con fieno, pallet e pneumatici. A pochi passi da loro, si stava svolgendo la riunione dei ministri Ue dell'Agricoltura.

Gli agricoltori protestano contro gli accordi di libero scambio, le nuove norme ambientali - tra cui la legge sul ripristino della natura -, l'eccessiva burocrazia legata ai sussidi. Chiedono prezzi equi per i prodotti agricoli e una riforma della Politica agricola comune. 

Le massicce proteste di febbraio hanno permesso alle istanze dei lavoratori del settore di raggiungere i piani alti delle istituzioni europee, e la Commissione europea ha ceduto ad alcune loro richieste

Bruxelles ha allentato alcune restrizioni ambientali, come quelle sul riposo dei terreni, e ha ridotto e semplificato la burocrazia. Secondo i manifestanti sono stati compiuti alcuni progressi, ma non sono ancora sufficienti.

Le nuove regole più flessibili vanno a vantaggio soprattutto delle piccole aziende agricole: quelle con meno di dieci ettari non saranno soggette ai controlli e alle sanzioni legate alle condizioni imposte dalla Politica agricola comune.

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