Secondo le agenzie di stampa russe saranno aperti sei seggi elettorali in Transnistria per i 200mila cittadini russi residenti nel territorio moldavo autoproclamatisi indipendente
Convocato l'ambasciatore russo in Moldova Oleg Vasnetsov per protestare contro l'apertura di seggi elettorali per le elezioni presidenziali russe nella regione separatista della Transnistria. Lunedì 11 marzo il ministero degli Esteri moldavo ha informato il diplomatico russo del suo disaccordo con la decisione presa senza il consenso del governo moldavo. Dopo la convocazione Vasnetsov ha dichiarato che la diplomazia russa rispetterà il diritto di voto di tutti i cittadini russi.
Sei seggi in Transnistria per i cittadini russi
Secondo le agenzie di stampa russe, il 17 marzo, giorno delle votazioni nella Federazione Russa, saranno aperti sei seggi elettorali per i 200mila cittadini russi residenti in Transnistria. Nel 2018, durante le precedenti presidenziali, i seggi erano 24.
La Moldova, ex repubblica sovietica tra Ucraina e Romania, denuncia regolarmente tentativi di destabilizzazione da parte di Mosca. La scorsa settimana secondo l'Institute for study of war, il Cremlino starebbe conducendo attività di influenza contro la Moldova molto simili a quelle utilizzate dalla Russia prima delle invasioni dell'Ucraina nel 2014 e nel 2022. Chisinau ha però minimizzato le voci sull’aumento delle tensioni dopo che i funzionari filo-russi in Transnistria avrebbero fatto appello alla Russia per avere “protezione”.
La Russia ha circa 1500 soldati nel territorio appartenente de iure alla Repubblica di Moldova ma de facto uno Stato indipendente dal settembre 1990 con il nome di Repubblica moldava di Pridnestrovie. La Moldova diventava autonoma dopo il crollo dell'Unione Sovietica l'anno successivo, il 27 agosto 1991.