La seconda emergenza dopo l'eruzione di dicembre ha portato alla nuova evacuazione dei quasi 4mila abitanti di Grindavik. Ma stavolta si è aperta una spaccatura da cui la lava si riversa dentro la città. "Non ci arrenderemo" ha detto in tv il presidente Jóhannesson
Il presidente islandese Guðni Jóhannesson ha avvertito la nazione dello "spaventoso cambiamento" che attende la popolazione di Grindavik, impotente davanti alle eruzioni vulcaniche che stanno inghiottendo la città nel sud-ovest dell'Islanda.
"Non ci arrenderemo" ha promesso Jóhannesson, in un raro discorso tv al Paese. Non c'è rischio per le persone (per quanto si conti un disperso dalla scorsa settimana), ma quello per la città e le sue infrastrutture è molto alto, ha aggiunto il presidente.
Il vulcano ha eruttato domenica per la seconda volta in meno di un mese e l'intensa attività sismica ha creato una nuova apertura all'interno dell'abitato, permettendo alla lava di superare la barriere costruite dopo l'evacuazione dei 3.800 residenti di Grindavik e l'eruzione di dicembre.
Dopo alcune settimane la popolazione è rientrata, salvo evacuare nuovamente di fronte a questa nuova emergenza, che ha già visto molte case andare a fuoco.
"Si tratta del peggiore scenario possibile" ha commentato il capo della Protezione civile localeVíoir Reynisson.