Spagna, i ministri dell'Unione europea spingono per un accordo sulla violenza domestica

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L'incontro informale tenutosi a Pamplona, in Spagna, fa parte della fase finale dei negoziati sulla formulazione della legge europea

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Il consenso è il punto critico che ostacola i negoziati in merito alla futura direttiva Ue contro la violenza sulle donne, secondo la commissaria europea per l’Uguaglianza, Helena Dalli.

I ministri europei per le Pari opportunità hanno tenuto un incontro informale a Pamplona (Spagna), nell’ambito della presidenza spagnola del Consiglio dell’Unione europea.

In corso d'opera, erano previsti colloqui informali tra gli Stati membri dell'Unione per far approvare la prima direttiva europea, secondo cui il mancato consenso ad un rapporto sessuale implica uno stupro.

"Alcuni Stati membri hanno una legislazione che richiede la prova che la donna abbia resistito all'aggressione - ha detto Dalli - noi crediamo di no: l'unica possibilità di consenso si ha quando la donna dice esplicitamente di sì, questo è l'unico modo in cui le donne nell'Ue saranno protette dalla violenza".

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La direttiva è nella fase finale dei negoziati, ma "c'è ancora molto lavoro da fare", ha aggiunto, sottolineando l'importanza di promuovere un'educazione che sensibilizzi i minori sulla realtà della violenza maschile.

La delegata spagnola, Ana Redondo, ha difeso la legge, conosciuta in Spagna come "Solo sì è sì", definendola "una buona legge che si concentra sul consenso".

La normativa è stata riformata dopo che ha avuto effetti indesiderati, come la riduzione della pena e la scarcerazione dei colpevoli di reati sessuali.

Redondo ha denunciato il fatto che emergono sempre più forme di violenza contro le donne, alcune delle quali sono "difficili da individuare", come la violenza perpetrata attraverso le reti sociali e internet, la violenza indiretta e quella economica.

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