Stoltenberg e le "interferenze maligne" della Russia in Bosnia

Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg
Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg Diritti d'autore Armin Durgut/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
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Di Stefania De Michele
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Tour nei Balcani occidentali per il Segretario generale della Nato Stoltenberg che punta il dito contro l'influenza "maligna" della Russia in Bosnia

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Cattiva influenza, anzi di più: interferenza maligna.
Così il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg definisce le relazioni tra Russia e Bosnia.
Secondo Stoltenberg, le azioni di Mosca minacciano la stabilità del Paese balcanico profondamente diviso. 

Le azioni della Russia in Bosnia

Quasi 30 anni dopo la fine della guerra civile, la Bosnia è tuttora lacerata da tensioni etniche, con le truppe della Nato e successivamente con le forze di pace europee dislocate nel Paese per aiutare a mantenere la pace. 

"Siamo preoccupati per la retorica secessionista e divisiva e per le interferenze straniere maligne, anche da parte della Russia", ha dichiarato ai giornalisti il capo dell'alleanza atlantica, durante una conferenza stampa nella capitale bosniaca Sarajevo al termine dell'incontro con il primo ministro del Paese Borjana Kristo.

Il tour di Stoltenberg nei Balcani occidentali

Stoltenberg è in visita nei Balcani occidentali, a partire dalla Bosnia per proseguire con il Kosovo, la Serbia e la Macedonia settentrionale.

Il Segretario Generale della Nato ha dunque invitato il Kosovo e la Serbia a scegliere "la diplomazia, invece della violenza, e a onorare gli impegni assunti".

Stoltenberg e il primo ministro kosovaro Kurti
Stoltenberg e il primo ministro kosovaro Kurti-/AFP or licensors

Le tensioni tra Serbia e Kosovo

Stoltenberg ha considerato "inaccettabile" l'attacco del 24 settembre, in Kosovo, durante il quale decine di uomini armati serbi, vestiti con uniformi da combattimento, hanno ucciso un poliziotto kosovaro albanese e poi hanno preso d'assalto un monastero ortodosso in Kosovo, vicino al confine con la Serbia.

L'attacco ha scatenato scontri a fuoco che hanno provocato la morte di tre assalitori e hanno ulteriormente alimentato le tensioni tra i due ex nemici di guerra.

La Nato ha dispiegato 1.000 truppe aggiuntive, armamenti più pesanti e ha intensificato i pattugliamenti nel nord del Kosovo.

"Faremo tutto il necessario per mantenere un ambiente sicuro e la libertà di movimento per tutte le persone in Kosovo", ha dichiarato Stoltenberg.

Decenni di pace duramente conquistata non devono essere messi a repentaglio. La Nato sostiene con forza il dialogo facilitato dall'Ue tra Belgrado e Pristina. Entrambe le parti devono impegnarsi in buona fede
Jens Stoltenberg
Segretario generale della Nato

Serbia e Kosovo, alta tensione

La tensione tra la Serbia e il Kosovo rimane alta e i colloqui per la normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi sono in una fase di stallo.

Si teme una ripresa della violenza che ha segnato le loro relazioni da quando il Kosovo si è staccato unilateralmente dalla Serbia nel 2008 - una mossa che Belgrado si rifiuta di riconoscere.

La guerra del 1998-1999 tra Serbia e Kosovo ha causato più di 10.000 vittime, per lo più albanesi del Kosovo. Si è conclusa dopo una campagna di bombardamenti della Nato, durata 78 giorni, che ha costretto le forze serbe a ritirarsi dal Kosovo.

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