Si incontrano per la prima volta i rappresentanti di Serbia e Kosovo dopo la sparatoria del 24 settembre scorso che ha aggravato la crisi nei rapporti tra i due Paesi. I colloqui a Bruxelles hanno come obiettivo la stabilizzazione della regione
I leader di Serbia e Kosovo si incontreranno a Bruxelles al vertice dell'Unione europea il 26 ottobre per discutere del processo di stabilizzazione della regione.
Un portavoce dell’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri, Josep Borrell, ha dichiarato: “Lo scopo della visita è quello di compiere progressi concreti nell’attuazione dell’accordo sul percorso verso la normalizzazione e sulla riduzione della tensione dopo gli ultimi sviluppi".
È il primo incontro dopo la sparatoria tra i paramilitari nazionalisti serbi e le forze di sicurezza kosovare, avvenuta nel Kosovo settentrionale il 24 settembre scorso, al villaggio di Banjska. Le aspettative in Kosovo per un esito positivo dallo scambio di opinioni sono più deboli che mai.
In seguito al ritrovamento di un enorme deposito di armi da parte della polizia kosovara Pristina sostiene che Belgrado abbia finanziato i paramilitari serbi e ordinato alle proprie truppe di ammassarsi al confine.
"Certo, il Kosovo era pronto e pronto al dialogo" ha dichiarato Mimoza Kusari Ljilja, deputata del Partito dell'autodeterminazione del Kosovo, che sottolinea come "Siamo del parere che il 24 settembre abbia segnato una svolta cruciale e negativa nel processo di dialogo".
Il 21 ottobre scorso i diplomatici di Quint, l'organizzazione informale che riunisce Stati Uniti, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, si sono recati nella regione e hanno presentato una bozza di statuto che potrebbe rappresentare l'iniziativa politica formale per riprendere i colloqui tra Belgrado e Pristina.
Le autorità di Pristina hanno dovuto nominare di propria iniziativa i sindaci del Kosovo settentrionale dopo il boicottaggio delle elezioni municipali del Kosovo da parte della comunità locale serba.
L'Unione europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito vogliono ristabilire la stabilità nei Balcani occidentali per evitare un nuovo violento conflitto dopo quello in Ucraina.