I leader di 50 nazioni, rappresentandi dell'Onu e di alcune Ong hanno preso parte a una conferenza all'Eliseo di Parigi per discutere della crescente crisi umanitaria a Gaza. Macron invoca un "cessate il fuoco" e chiede ai partecipanti di lavorare in favore della stabilità in Medio Oriente
Parigi ospita una conferenza umanitaria per Gaza che riunisce i capi di stato dell'Unione europea e altri paesi occidentali, i leader degli stati arabi, i rappresentanti delle Nazioni unite e della Croce rossa e di organizzazioni non governative. Presenti al summit anche i rappresentati palestinesi. Assente Israele.
L'obiettivo è quello di fornire "risposte concrete" alla drammatica situazione della popolazione di Gaza, che sta subendo l'offensiva dell'esercito israeliano in risposta agli attacchi di Hamas sul territorio il 7 ottobre.
Il presidente francese Emmanuel Macron, che presiede il summit all'Eliseo, ha fatto un appello a Israele affinché protegga i civili, affermando che "tutte le vite hanno lo stesso valore" e che la lotta al terrorismo "non può mai essere condotta senza regole".
"La situazione è grave e si deteriora quotidianamente. Nell'immediato futuro, dobbiamo lavorare per proteggere i civili", ha detto Macron. "Per farlo abbiamo bisogno di una rapida pausa umanitaria e di lavorare per un cessate il fuoco".
Alla tavola rotonda si discute delle crescenti necessità dell'enclave palestinese, in particolar modo la mancanza di cibo, acqua potabile, medicine. Philippe Lazzarini, commissario generale dell'Unrwa ha fatto riferimento alla possibilità che la Palestina abbia un propria organizzazione statale.
"Dobbiamo fare un passo indietro prima che sia troppo tardi per evitare una spaccatura. Ma una vera prospettiva di statuto palestinese è fondamentale per stabilizzare la regione".
"È nell'interesse di tutti, compreso Israele, trovare una soluzione che permetta a israeliani e palestinesi di vivere in pace fianco a fianco".
Il padrone di casa ha invitato i presenti ad agire a Gaza per un'iniziativa di pace e sicurezza. E ha ricordato a Israele la sua responsabilità, in quanto democrazia, di rispettare la legge e proteggere i civili.
"La lotta al terrorismo non può mai essere senza regole. Israele lo sa. La trappola del terrorismo è la stessa per tutti noi: cedere alla violenza e rinunciare ai nostri valori".
Israele, da parte sua, ha negato la crisi umanitaria a Gaza. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha più volte ripetuto che "non ci sarà alcun cessate il fuoco fino a quando gli ostaggi non saranno liberati".