Niger, nuovo vertice dell'Ecowas per cercare una soluzione

Manifesti a sostegno del presidente del Niger destituito Bazoum
Manifesti a sostegno del presidente del Niger destituito Bazoum Diritti d'autore Sophie Garcia/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
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Di Andrea Barolini
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I Paesi dell'Ecowas si riuniscono nuovamente nel tentativo di trovare una via d'uscita all'impasse politica in Niger, dopo il colpo di Stato militare che ha portato alla destituzione del presidente Bazoum

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Gli Stati Uniti hanno espresso profonda preoccupazione in merito al "deterioramento delle condizioni" della detenzione del presidente del Niger Mohamed Bazoum, destituito a seguito di un colpo di Stato militare. Secondo quanto riferito all'agenzia Associated Press da un suo consigliere, da due settimane il leader africano sarebbe quasi totalmente privo di cibo, e la sua famiglia vivrebbe senza elettricità e potendosi nutrire unicamente di riso e prodotti in scatola. 

L'Ecowas fa sapere di credere nella via diplomatica

La notizia è stata diffusa nella giornata di mercoledì 9 agosto, alla vigilia di un nuovo vertice dell'Ecowas, la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, che si terrà ad Abuja e nel corso del quale si discuterà della situazione politica in Niger. Dopo il golpe, l'organismo aveva concesso una settimana di tempo ai militari che hanno preso il potere per tornare sui loro passi e reintegrare Bazoum, minacciando l'uso della forza. L'ultimatum è tuttavia scaduto senza che sia stato effettuato alcun intervento militare

In questo senso, il presidente della Nigeria Bola Tinubu, che ospita l'incontro, ha assicurato che la via diplomatica resta la priorità per l'Ecowas. Ciò nonostante, la scorsa settimana i comandi militari di diverse nazioni che fanno parte dell'organizzazione hanno discusso un piano congiunto di invasione del Niger. 

Mali e Burkina Faso sempre contrari ad un intervento militare

Un'ipotesi di fronte alla quale il Mali e il Burkina Faso hanno tuttavia espresso il loro totale disaccordo, affermando che un attacco verrebbe considerato come una dichiarazione di guerra anche nei loro confronti.

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