Le autorità sono state costrette a ridurre il transito di navi a causa delle scarse precipitazioni e quindi del basso livello dell'acqua. Preoccupazione per lo snodo che gestisce più del 6% del commercio marittimo mondiale
El Niño sta prosciugando le acque, e quindi le casse, del Canale di Panama. Il fenomeno meteorologico, che provoca un forte riscaldamento dell'Oceano Pacifico ed episodi di inondazioni o siccità nei Paesi che vi si affacciano, ha comportato una critica diminuzione delle precipitazioni nell'area impattando sul regolare transito del Canale.
Già domenica scorsa le autorità sono state costrette a limitare a 32 il numero di navi in transito, rispetto alle 36-38 del normale funzionamento, a causa del livello dell'acqua. Non sono cadute abbastanza piogge per alimentare il sistema di spartiacque di fiumi e ruscelli che riempiono i laghi circostanti, le cui acque a loro volta riempiono le chiuse.
Come ha spiegato l'amministratore delegato Ricaurte Vásquez in una conferenza stampa, questa siccità avrà delle conseguenze economiche significative: ci si aspetta un calo delle entrate del 2024 fino a 200 milioni di dollari. Prima dell'annuncio delle misure, il Canale si aspettava di guadagnare circa 4,9 miliardi di dollari in tasse l'anno prossimo.
Inoltre, si teme che i clienti optino per altre rotte di navigazione. È in gioco uno dei pilastri dell'economia e del trasporto marittimo non solo del Paese ma del mondo, poiché il Canale gestisce il 6% del commercio marittimo globale.