Offese razziste al madridista Vinicius, un problema radicato nel mondo del calcio

A woman holds a sign with a message that reads in Portuguese; "Vini, we are with you," during a protest against the racism suffered by Brazilian soccer star Vinicius Junior.
A woman holds a sign with a message that reads in Portuguese; "Vini, we are with you," during a protest against the racism suffered by Brazilian soccer star Vinicius Junior. Diritti d'autore Tuane Fernandes/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Tuane Fernandes/Copyright 2023 The AP. All rights reserved.
Di Redazione italiana
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

A Madrid, la sagoma di uno dei calciatori neri più famosi al mondo, esposta sotto un ponte vicino al centro di allenamento del Real, si erge come un chiaro promemoria del razzismo che dilaga nel calcio europeo

PUBBLICITÀ

Le offese razziste rappresentano solo l'ultima manifestazione di un problema profondamente radicato nel mondo del calcio, e non solo.

Il giocatore di colore attualmente sottoposto agli insulti razzisti più feroci è Vinicius Jr, brasiliano di 22 anni che gioca per il Real Madrid, la squadra di calcio di maggior successo in Europa.

"Il razzismo - dice Nedum Onuoha, ex calciatore - non è qualcosa che accade molto spesso, ma ogni volta che accade ti respinge e ti abbatte.

Proprio quando pensi che sia tutto a posto, arriva un promemoria di come alcune persone ti vedono davvero.

Non sono certo tutti, ma anche se fosse l'1%, per la quantità di persone coinvolte nel calcio l'1% è un sacco di gente".

Il razzismo dilagante nel calcio europeo si riscontra un po' ovunque, dall'Italia alla Francia, dalla Spagna all'Inghilterra.

"Guardando indietro - dice Mark Bright, ex calciatore inglese - le tv ci hanno deluso, la radio ci ha deluso, la Professional Footballers Association ci ha deluso, davvero.

Non hanno preso posizione, hanno solo detto di mettere la testa sotto la sabbia, che tutto sarebbe svanito alla fine.

Non è svanito: i giocatori e i tifosi hanno dovuto organizzarsi per far funzionare tutto, per far partire la campagna 'Kick Racism Out Of Football' e coinvolgere le persone.

Circa 5000 persone che cantavano cori razzisti, è difficile giocare in questo modo: dovevi essere duro, resiliente in quei giorni".

Non che fuori Europa il calcio ne sia esente: episodi più o meno recenti si sono infatti registrati in Australia, in Sud America (durante la Copa Libertadores), persino in Nord Africa (cori razzisti da parte dei tifosi arabi).

"Ora, oggi - afferma invece Paul Canoville, ex calciatore del Chelsea - i giocatori come me, i giovani giocatori di colore non dovrebbero stare zitti.

Non l'ho fatto in quel momento, è qualcosa che insegno ai giovani calciatori adesso".

Il problema razzismo, vecchio di decenni nel calcio, è stato amplificato dalla portata dei social media e dalla crescente disponibilità delle persone a denunciarlo.

E pensare che solo 11 anni fa Sepp Blatter, l'allora presidente della FIFA, negò che ci fosse razzismo nel gioco, dicendo che qualsiasi offesa in tal senso doveva essere risolto con una stretta di mano...

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Stormzy e Wilfried Zaha comproprietari del Croydon Athletic

Grande attesa per la finale di Conference League Westham-FIorentina: allerta sicurezza a Praga

Caso Vinicius, la protesta contro il razzismo si allarga