Ucraina, il settore agricolo è in ginocchio. L'appello all'Ue: "Aiutateci a sminare i campi"

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Di Michela Morsa
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Perdite per quasi 37 miliardi euro nel 2022. Ora gli agricoltori sono preoccupati per la prossima semina, per la quale non dispongono delle risorse necessarie. E 5 milioni di ettari coltivabili sono pieni di mine

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Il settore agricolo ucraino è stato duramente colpito dall'invasione russa e le prospettive per la prossima stagione di semina preoccupano gli agricoltori. 

Secondo una recente valutazione della Kyiv school of economy, i danni diretti al settore agricolo ucraino ammontano attualmente a 6,14 miliardi di euro, mentre le perdite complessive per il settore nel 2022 arrivano a più di 36,9 miliardi di euro.

Dieci regioni su 20 del Paese sono state occupate o hanno avuto ostilità sul loro territorio, con un impatto del 42% sulla produzione commerciale di latte e un conseguente calo del 13% delle mandrie di mucche, che si prevede possano diminuire ulteriormente fino al 10%.

Anche l'allevamento di suini e pollame è stato pesantemente colpito. La popolazione di suini ha raggiunto numeri da record - una diminuzione di 5 milioni di unità rispetto al 2022 - mentre il settore del pollame ha dovuto lottare contro le interruzioni di corrente e le ostilità, che hanno provocato un calo nella produzione di carne dell'8% e di uova del 35%

Nonostante le difficoltà, gli agricoltori ucraini hanno continuato ad andare nei campi e a lavorare per garantire la sicurezza alimentare del Paese e del mondo ma, come denunciato da alcuni deputati in una recente audizione al Parlamento europeo, i contadini non dispongono delle risorse necessarie per le prossime semine e rischiano di fallire migliaia di aziende agricole.

"È miracoloso che gli ucraini siano ancora in grado di produrre qualcosa", ha osservato la deputata socialista Clara Aguilera, mentre una rappresentante del Forum agrario nazionale ucraino, Maria Didukh, ha avvertito gli eurodeputati che è necessaria l'assistenza dell'Unione nel sostenere il settore agricolo per tutto l'anno.

L'allarme arriva a seguito di una difficile stagione di semina autunnale. A causa della mancanza di risorse finanziarie per acquistare i mezzi di produzione necessari a iniziare la stagione, l'autunno ha visto un calo del 24% delle superfici seminate

Eper la prossima campagna di semina primaverile è disponibile solo il 74% delle terre arabili totali, dal momento che il resto del territorio è ancora sotto l'occupazione russa. Alla ridotta disponibilità di terre, si sommano le difficoltà di trasporto e il costo maggiorato dei fertilizzanti minerali, che si prevede incideranno negativamente sulla raccolta di grano, che potrebbe diminuire fino al 34%

"Gli agricoltori ucraini si stanno orientando verso una maggiore coltivazione di soia e semi di girasole, perché sono più facili da esportare", ha spiegato Didukh, aggiungendo che i problemi logistici rimangono "sostanziali", poiché assorbono "il 60% del prezzo".

Campo minato

A complicare ancora di più il lavoro di agricoltori e allevatori, ha sottolineato l'esperta, sono le mine disseminate per tutta l'Ucraina. Cinque milioni di ettari di terreni coltivabili sono minati, e Didukh ha chiesto all'Unione di aiutare a sminarli, permettendo così ai contadini di lavorare senza rischiare la loro vita.  

"Vorremmo chiedere all'Unione Europea di unirsi agli sforzi di sminamento, non solo fornendo aiuti finanziari, ma anche i vostri esperti", ha detto.

L'europarlamentare ceca Veronika Vrecionova ha espresso il suo sostegno a questa iniziativa, sottolineando che esiste una "chiara discrepanza" tra l'Ucraina occidentale, dove la capacità di semina è potenzialmente al 100%, e l'Ucraina orientale, dove solo il 26% delle terre prima disponibili è coltivabile. 

"Molte aree sono minate e, anche se al momento non ci sono combattimenti, gli agricoltori si trovano di fronte a una grande incertezza e l'Ucraina deve trovare i mezzi per motivare gli agricoltori a mandare avanti il loro business", ha detto Vrecionova. 

Altri eurodeputati hanno invece espresso preoccupazione in merito alla proposta di inviare esperti in aree ad alto rischio, e più in generale per la portata limitata delle operazioni che l'Unione europea potrebbe condurre sul campo, a causa dei territori occupati o della vincinza ad aree occupate.

Il nodo della logistica

La logistica rimane un'altra sfida fondamentale, con gli agricoltori ucraini che sottolineano la necessità di un maggiore sostegno per il trasporto e l'esportazione dei prodotti agroalimentari.

L'iniziativa delle corsie di solidarietà dell'Ue finora ha garantito la sicurezza alimentare, ma dal febbraio 2023 l'Ucraina sta affrontando sempre più problemi ai confini con la Polonia, i cui agricoltori hanno lamentato una penalizzazione proprio a causa dei corridoi preferenziali per i prodotti ucraini. 

"La situazione si è gravemente deteriorata, ci sono enormi file di merci al confine polacco, compresi i carichi sigillati che transitano nei porti polacchi", ha sottolineato la rappresentante ucraina.

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Una situazione che svantaggia entrambe le parti, perché gli agricoltori ucraini, non potendo vendere i loro prodotti, poi "non hanno risorse finanziarie per la semina".

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