Sudan, l'Onu invia capo degli Affari umanitari: "Situazione senza precedenti"

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Di Michela Morsa
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Mentre le parti continuano ad accusarsi a vicenda di aver violato il cessate il fuoco, sono almeno 40mila i civili fuggiti in massa dal Paese. Il conflitto si è esteso a 12 dei 18 Stati del Sudan. Arrivano i primi aiuti umanitari della Croce rossa

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L'Onu invierà "immediatamente" il capo della sua sezione umanitaria in Sudan, che secondo il Palazzo di vetro si trova in una situazione "dalla portata e dalla velocità senza precedenti". Intanto, i combattimenti tra l'esercito regolare e le Rsf sono proseguiti nella notte, con le due parti che si accusano reciprocamente di aver violato il cessate il fuoco che sarebbe dovuto terminare alla mezzanotte di domenica, ma che poche ore prima della scadenza è stato prolungato per altre 72 ore

"Andrò a vedere come possiamo fornire un aiuto immediato ai residenti", ha detto Martin Griffiths, sottosegretario dell'Onu per gli Affari umanitari, secondo cui "la situazione umanitaria sta raggiungendo un punto di rottura". 

Griffiths ha esortato il transito sicuro per i civili in fuga dalle ostilità e ha chiesto ai combattenti di smettere di usare personale, trasporti e strutture mediche "come scudi". 

Inoltre, ha spiegato il funzionario Onu in una nota, il massiccio saccheggio di uffici e magazzini umanitari ha "esaurito la maggior parte delle nostre scorte. Stiamo cercando mezzi rapidi per consegnare e distribuire" rifornimenti aggiuntivi.

Anche il direttore generale dell'Oms, Ahmed Al-Mandhari, si è detto preoccupato: "Anche prima di questa crisi, il sistema sanitario in Sudan ha attraversato alcuni anni difficili che hanno reso le sue infrastrutture fragili e deboli, questo include ospedali e centri sanitari di diversi livelli".

La crisi umanitaria

Finora, riporta il ministero della Salute, il conflitto ha provocato la morte di 528 persone e più di 4500 feriti. Le Nazioni Unite hanno riportato un numero simile di vittime, ma ritengono che il bilancio reale sia molto più alto.

Gli sfollati sono decine di migliaia. Secondo l'Onu, sono almeno 75mila gli sfollati interni al Paese e almeno 40mila quelli fuggiti nei Paesi vicini. Sono 20mila i civili fuggiti in Ciad, 4mila in Sud Sudan e 3500 in Etiopia. Circa 6mila persone, invece, perlopiù donne, si sono dirette verso la Repubblica Centrafricana. 

I combattimenti si sono estesi a 12 dei 18 Stati che compongono il Sudan, aggravando una situazione umanitaria già disastrosa. Un terzo dei 46 milioni di sudanesi, infatti, aveva bisogno di aiuto già prima della guerra. 

Secondo le Nazioni Unite, solo il 16% delle strutture sanitarie di Khartoum funziona normalmente e la situazione non è molto diversa nel resto del Paese. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (Icrc) ha inviato un primo aereo a Port Sudan, a più di 800 km dalla capitale, con otto tonnellate di assistenza medica.

Numerosi Paesi di tutto il mondo hanno evacuato e continuano a evacuare i propri cittadini dal Paese. Domenica un gruppo di 200-300 cittadini statunitensi ha lasciato il Sudan a bordo di una nave della Marina. La Gran Bretagna ha annunciato di aver organizzato per lunedì un volo di evacuazione supplementare da Port Sudan. Mentre il Canada ha detto di voler terminare i voli di salvataggio a causa delle "condizioni pericolose". 

I negoziati

Sul fronte diplomatico sono lontane le prospettive di negoziati concreti. "Non ci sono negoziati diretti, ci sono preparativi per i colloqui", ha detto il rappresentante speciale dell'Onu in Sudan, Volker Perthes, aggiungendo che i Paesi regionali e internazionali stanno lavorando con le due parti. Perthes ha detto che sabato le parti sono sembrate più aperte che in precedenza ai negoziati. 

Il ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan, il cui governo ha contribuito a mediare i cessate il fuoco, domenica ha incontrato a Riyad un emissario del generale Burhan, a cui ha chiesto di mantenere "la calma". Aggiungendo pressione diplomatica, il vicepresidente degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mansour bin Zayed, ha telefonato a Burhan, ha riferito l'agenzia di stampa statale Wam. L'Egitto, invece, ha convocato una riunione della Lega araba per "discutere del Sudan".

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